COMUNE DI SANT' ANGELO DI BROLO ME
GALLERIA D'ARTE STUDIO 71

MUSEO DEGLI ANGELI
 

 

 

ACQUA ARIA TERRA FUOCO
c

 

MUSEO DEGLI ANGELI, SANT'ANGELO DI BROLO ME
dal 21 giugno al 18 luglio 2014

 
 
GALLERIA STUDIO 71, Palermo
dal 26 settembre all' 11 ottobre
ANTONELLA AFFRONTI

mostra collettiva:

Aria, Acqua, Terra, Fuoco.

Antonella Affronti, Maria Pia Lo Verso, Gilda Gubiotti e Franco Mineo sono gli artisti chiamati ad interpretare ognuno un elemento differente.
In una continua alternanza di colori freddi e colori caldi, questa mostra si pone come una ricerca continua del sé, delle nostre stesse radici in un viaggio a ritroso nel tempo e nello spirito.
La mostra è inserita all'interno del programma delle giornate del contemporaneo 2014 AMACI

 

D’aria, d’acqua, di fuoco e di terra.
di Vinny Scorsone

Lo Sfero di Empedocle si è frantumato. Contesa e Amore aggregano e disfano ciclicamente le radici, reinventando quotidianamente il mondo.
L’arché è nascosto e il conflitto è in corso.
Gli Dei si sono assoggettati a un Dio e le particelle di materia si sono scontrate con l’antimateria.
Tutto è stato inghiottito e tutto è stato rifatto. “Non vi è nascita di nessuna delle cose mortali, né fine alcuna di morte funesta.”*
Tutto si compie in noi.
Noi creature di aria, d’acqua, di fuoco e di terra, noi creature in continuo divenire attraversiamo le Ere dimentichi di ciò che fummo e di ciò che siamo.

La mostra dedicata ai quattro elementi primari della natura è in realtà un omaggio all’uomo, frutto e figlio di essi.
Antonella Affronti, Maria Pia Lo Verso, Gilda Gubiotti e Franco Mineo sono gli artisti chiamati ad interpretare ognuno un elemento differente.
Così come dopo la rottura dello Sfero empedoclino, nelle sale del museo l’Arte diviene l’armonia che li lega, mentre la Materia è il caos che li divide.
Quattro elementi, quattro temperamenti differenti, quattro visioni, quattro stili che ben si differenziano tra loro, quattro “radici dell’universo” in perenne conflitto.
L’acqua di Antonella Affronti è strettamente connessa al mondo femminile. In lei i flutti si mischiano e si fanno spuma. Nereidi e fossili ci parlano di tempi perduti a cavallo tra le epoche e i miti.
L’acqua corrode, segna ma anche genera in un movimento continuo e incessante. È l’arché di Talete, principio di ogni cosa e bastante a se stessa.
Il colore emerge dall’oscurità in un alternarsi di forze; uno scontro ora rumoroso ora sospeso nel tempo in un silenzio irreale. Per Antonella Affronti l’acqua è il mare con le sue maree, i suoi racconti, le sue devastazioni e la sua forza corrosiva e dirompente, ma è anche l’acqua della vita, quel liquido amniotico che ci ha sostenuto ed alimentato nei nostri primi mesi di vita.
Opposta all’acqua troviamo l’aria di Maria Pia Lo Verso. Le sue opere ci rimandano a Fabrizio De Andrè e al suo album “Le nuvole”. “Vanno, vengono, qualche volta si fermano…” ci racconta il cantautore genovese e lo stesso fa la Lo Verso, ma le sue sono pennellate bianche nel cielo, rappresentazione fisica e quasi mai simbolica. La sua è l’aria di Anassimene, è il vento che sospinge le nuvole e le modella come un fantasioso scultore, è l’immenso sotto l’aspetto di un cielo variopinto ora d’azzurro intenso ora d’un celeste pallido ora ancora di rosa. È il freddo benefico, il senso di respiro infinito che allarga i polmoni e dilata il pensiero, la nostra essenza più profonda, la nostra anima, siamo noi stessi.
Gilda Gubiotti, invece, è il fuoco, l’elemento caldo.
Le tele si accendono. Il suo è sia il fuoco naturale dei vulcani sia il fuoco provocato dall’uomo. La furia distruttiva del prodotto umano si scontra con quello della natura che se prima distrugge poi però nutre. Due concezioni differenti per uno stesso elemento che pulsa e incendia, scava montagne e brucia foreste, palpita e procede lento e maestoso o si propaga veloce e inesorabile.
Luce e colore si impastano con la materia. Il fuoco è elemento vivo, energia pura fatta di esplosioni interne ed esterne, che mai passa inosservato. Si innalza alto nel cielo e al suo passaggio ghermisce ogni cosa.
Una visione dell’elemento Terra che si discosta molto dalla comune concezione viene offerta da Franco Mineo. La sua difatti non è la terra delle radici, della zolla, dei fiori, ma sostanzialmente quella umana. Non elemento attivo ma passivo. Nei suoi quadri, Terra e uomo divengono una sola cosa in una simbiosi che vede, però, prevalere quest’ultimo. Non terra legata al territorio naturale quindi ma vista da una prospettiva sociale. Difatti, poiché l’uomo ha perso il legame arcaico con Gea e con Demetra, passando da creatura naturale a creatura sociale, Mineo ha deciso di rompere lo schema tradizionale affidandosi ad una visione alternativa. I suoi campi non sono solo le distese di grano o di fiori, ma prevalentemente è il terreno solcato dall’aratro, il recinto, la città, la fabbrica. La sua è una natura messa al guinzaglio che ha perso la caratteristica “secca” per diventare semmai sempre più complessa, unione centrale di tutti e quattro gli elementi, quasi cancellata e sottomessa.
In una continua alternanza di colori freddi e colori caldi, questa mostra si pone come una ricerca continua del sé, delle nostre stesse radici in un viaggio a ritroso nel tempo e nello spirito.


*(Empedocle, D-K 31 B 8, traduzione di Gabriele Giannantoni in Presocratici vol.1, Milano, Mondadori, 2009)

ANTONELLA AFFRONTI
   
   
MARIA PIA LO VERSO
MARIA PIA LO VERSO
   
   
GILDA GUBIOTTI
GILDA GUBIOTTI
   
 

FRANCO MINEO
FRANCO MINEO