ANTONELLA AFFRONTI
|

mostra collettiva:
Aria, Acqua, Terra, Fuoco.
Antonella Affronti, Maria Pia Lo Verso,
Gilda Gubiotti e Franco Mineo sono gli artisti chiamati ad interpretare
ognuno un elemento differente.
In una continua alternanza di colori freddi e colori caldi, questa mostra
si pone come una ricerca continua del sé, delle nostre stesse
radici in un viaggio a ritroso nel tempo e nello spirito.
La mostra è inserita all'interno del programma delle giornate
del contemporaneo 2014 AMACI
D’aria, d’acqua, di fuoco
e di terra.
di Vinny Scorsone
Lo Sfero di Empedocle si è frantumato.
Contesa e Amore aggregano e disfano ciclicamente le radici, reinventando
quotidianamente il mondo.
L’arché è nascosto e il conflitto è in corso.
Gli Dei si sono assoggettati a un Dio e le particelle di materia si
sono scontrate con l’antimateria.
Tutto è stato inghiottito e tutto è stato rifatto. “Non
vi è nascita di nessuna delle cose mortali, né fine alcuna
di morte funesta.”*
Tutto si compie in noi.
Noi creature di aria, d’acqua, di fuoco e di terra, noi creature
in continuo divenire attraversiamo le Ere dimentichi di ciò che
fummo e di ciò che siamo.
La mostra dedicata ai quattro elementi
primari della natura è in realtà un omaggio all’uomo,
frutto e figlio di essi.
Antonella Affronti, Maria Pia Lo Verso, Gilda Gubiotti e Franco Mineo
sono gli artisti chiamati ad interpretare ognuno un elemento differente.
Così come dopo la rottura dello Sfero empedoclino, nelle sale
del museo l’Arte diviene l’armonia che li lega, mentre la
Materia è il caos che li divide.
Quattro elementi, quattro temperamenti differenti, quattro visioni,
quattro stili che ben si differenziano tra loro, quattro “radici
dell’universo” in perenne conflitto.
L’acqua di Antonella Affronti è strettamente connessa al
mondo femminile. In lei i flutti si mischiano e si fanno spuma. Nereidi
e fossili ci parlano di tempi perduti a cavallo tra le epoche e i miti.
L’acqua corrode, segna ma anche genera in un movimento continuo
e incessante. È l’arché di Talete, principio di
ogni cosa e bastante a se stessa.
Il colore emerge dall’oscurità in un alternarsi di forze;
uno scontro ora rumoroso ora sospeso nel tempo in un silenzio irreale.
Per Antonella Affronti l’acqua è il mare con le sue maree,
i suoi racconti, le sue devastazioni e la sua forza corrosiva e dirompente,
ma è anche l’acqua della vita, quel liquido amniotico che
ci ha sostenuto ed alimentato nei nostri primi mesi di vita.
Opposta all’acqua troviamo l’aria di Maria Pia Lo Verso.
Le sue opere ci rimandano a Fabrizio De Andrè e al suo album
“Le nuvole”. “Vanno, vengono, qualche volta si fermano…”
ci racconta il cantautore genovese e lo stesso fa la Lo Verso, ma le
sue sono pennellate bianche nel cielo, rappresentazione fisica e quasi
mai simbolica. La sua è l’aria di Anassimene, è
il vento che sospinge le nuvole e le modella come un fantasioso scultore,
è l’immenso sotto l’aspetto di un cielo variopinto
ora d’azzurro intenso ora d’un celeste pallido ora ancora
di rosa. È il freddo benefico, il senso di respiro infinito che
allarga i polmoni e dilata il pensiero, la nostra essenza più
profonda, la nostra anima, siamo noi stessi.
Gilda Gubiotti, invece, è il fuoco, l’elemento caldo.
Le tele si accendono. Il suo è sia il fuoco naturale dei vulcani
sia il fuoco provocato dall’uomo. La furia distruttiva del prodotto
umano si scontra con quello della natura che se prima distrugge poi
però nutre. Due concezioni differenti per uno stesso elemento
che pulsa e incendia, scava montagne e brucia foreste, palpita e procede
lento e maestoso o si propaga veloce e inesorabile.
Luce e colore si impastano con la materia. Il fuoco è elemento
vivo, energia pura fatta di esplosioni interne ed esterne, che mai passa
inosservato. Si innalza alto nel cielo e al suo passaggio ghermisce
ogni cosa.
Una visione dell’elemento Terra che si discosta molto dalla comune
concezione viene offerta da Franco Mineo. La sua difatti non è
la terra delle radici, della zolla, dei fiori, ma sostanzialmente quella
umana. Non elemento attivo ma passivo. Nei suoi quadri, Terra e uomo
divengono una sola cosa in una simbiosi che vede, però, prevalere
quest’ultimo. Non terra legata al territorio naturale quindi ma
vista da una prospettiva sociale. Difatti, poiché l’uomo
ha perso il legame arcaico con Gea e con Demetra, passando da creatura
naturale a creatura sociale, Mineo ha deciso di rompere lo schema tradizionale
affidandosi ad una visione alternativa. I suoi campi non sono solo le
distese di grano o di fiori, ma prevalentemente è il terreno
solcato dall’aratro, il recinto, la città, la fabbrica.
La sua è una natura messa al guinzaglio che ha perso la caratteristica
“secca” per diventare semmai sempre più complessa,
unione centrale di tutti e quattro gli elementi, quasi cancellata e
sottomessa.
In una continua alternanza di colori freddi e colori caldi, questa mostra
si pone come una ricerca continua del sé, delle nostre stesse
radici in un viaggio a ritroso nel tempo e nello spirito.
*(Empedocle, D-K 31 B 8, traduzione di Gabriele Giannantoni in Presocratici
vol.1, Milano, Mondadori, 2009)
|
ANTONELLA AFFRONTI
 |