Ex Casina di Caccia Borbonica di Ficuzza
dal 26 settembre al 28 novembre 2020
C
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Sabato 26 Settembre 2020 alle ore 11,00
presso il Palazzo Borbonico (Casina di Caccia) di Ficuzza PA, verrà
presentata la mostra “The black days”. La mostra, realizzata
in collaborazione con l’Istituzione Francesco Carbone è
costituita da 44 opere di autori operanti in tutto il territorio nazionale
dal Nord al Sud che hanno voluto rappresentare le angosce e le preoccupazioni
di un evento ancora in corso anche se in toni minori ma indimenticabile
sotto ogni punto di vista.
Gli autori: Antonella Affronti, Eugenia Affronti, Luciana Anelli, Enzo
Angiuoni, Maria Luce Balsamo, Liana Barbato, Adriana Bellanca, Om Bosser,
Alessandro Bronzini, Sebastiano Caracozzo, Aurelio Caruso, Giorgio Chiesi,
Elio Corrao, Lamberto Correggiari, Carlo Cottone, Clara Di Curzio, Rosa
Lia Ferreri, Daniela Gargano, Giuseppe Gargano, Luigi Gatto, Ninni Iannazzo,
Antonio Iannece, Rodolfo La Torre, Nadia Lolletti, Maria Pia Lo Verso,
Gabriella Lupinacci, Rosalia Marchiafava Arnone, Luciana Mascia, Enrico
Meo, Franco Nocera, Concetta Palmitesta, Yuri Emiliano Paolini, Rita
Piangerelli, Massimo Piazza, Mariella Ramondo, Marisa Sapienza, Filippo
Scimeca, Turi Sottile, Rosa Spina, Tina Stati, Enzo Tardia, Gianni Maria
Tessari, Diego Valentinuzzi, Tiziana Viola-Massa.
Vale la pena sottolineare un frammento dell’intervento presente
in catalogo di Piero Longo: “Siamo in questa lunga e oscura galleria
pandemica e dentro il silenzio improvviso del treno che continua la
sua corsa mentre fuori l’aria è tersa e i monumenti parlano
diffidando della precaria armonia che i Sapiens sanno creare e disfare
cercando il bello che l’universo nasconde nel silenzio del suo
presunto vuoto”
Il volume comprende testi e dipinti dei 44 gli artisti e degli 11 critici
d’arte e scrittori. Tutti gli artisti che ne hanno fatto richiesta
sono stati inclusi perché non si è voluto dare un taglio
di carattere esclusivo, ma inclusivo per dare spazio a quanti avessero
voglia di manifestare il proprio disagio e la propria angoscia per una
prigionia non desiderata.
Testi in catalogo: Gonzalo Alvarez Garcia, Paola Caruso, Aldo Gerbino,
Vanni Giuffrè, Sandra Guddo, Piero Longo, Tommaso Romano, Salvatore
Rondello, Vinny Scorsone e Ciro Spataro. Testimonianze: Anna Maria Esposito
e Gabriella Lupinacci.
la mostra delle 44 opere come si è detto verrà esposta
nelle sale del prestigioso Palazzo Borbonico di Ficuzza e vi rimarrà
fino al 28 Novembre 2020. La stessa è visitabile dalle ore 9-13
da lunedì a sabato; domenica 9-12, 14-18
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Questa mostra propone opere che descrivono e raccontano le paure dell’umanità
di fronte all’emergenza epidemiologica dovuta al Codiv-19. Una
raccolta di opere in cui vengono rappresentate, attraverso il linguaggio
dei segni e dei colori, tutti i temi iconografici di questa pandemia:
la quarantena, l’assembramento, l’inquietudine, l’angoscia,
la fobia, il silenzio ed infine la morte.
I recenti cambiamenti sociali, dovuti a questo fenomeno, interesseranno
tutti e dovranno contribuire ad orientare la ripresa, non solo economica,
e a fornire indicazioni per costruire una nuova società più
resiliente, sostenibile ed equa.
Le grandi epidemie hanno ispirato gli artisti sia nell’antichità
sia nei tempi moderni. La prima pandemia della storia, la peste nel
430 a.C. colpì Atene, durante la guerra del Peloponneso, descritta
dallo storico ateniese Tucidide e rappresentata nel dipinto del pittore
fiammingo Michiel Sweerts nel 1652.
La peste nera nell’Europa del 1350, in cui morì circa un
terzo della popolazione, è descritta da Giovanni Boccaccio nell’introduzione
del Decamerone:
“Non bastando la terra sacra alle sepolture si facevano per i
cimiteri le chiese nelle quale a centinaia si mettevano i sopravvenenti:
ed in quella stivati come si mettono le mercanzie nelle navi con poca
terra si ricopriano fino a tanto che nella fossa al sommo si pervenia”.
La peste, insomma, fu un flagello per molte città europee come
Palermo e Firenze. Ma allo stesso tempo, però, questo infausto
periodo è stato l’embrione di un grande rinnovamento umano,
culturale e artistico che avrebbe cambiato per sempre il volto dell’Europa
e dell’Italia: il Rinascimento.
Sono molto ricorrenti le scene pittoriche del “Trionfo della morte”,
opera custodita a palazzo Abatellis di Palermo, con i cadaveri in primo
piano e la morte a cavallo.
Nel “San Rocco risana gli appestati” del 1549, Tintoretto
dipinge a Venezia l’interno di un lazzaretto con luce immaginaria
in primo piano e una luce determinata dalle torce sullo sfondo.
La peste della fine dell’ottocento, la terza pandemia, con decine
di milioni di morti, è rappresentata dal pittore svizzero Arnol
Bockiln, con un’opera del 1898, influenzata dalla paura della
guerra ispano-americana e la pestilenza.
La morte viene rappresentata da un mostro alato, una specie di sauro
volante dalle sembianze umane.
Ed ancora, l’influenza spagnola, è rappresentata dall’opera
di Egon Schiele del 1918 “La famiglia” in cui il pittore
disegna il suo autoritratto e quella della moglie, entrambi morti per
febbre spagnola.
Di certo, il male che più ha inciso nella società moderna
ed in maniera differente dall’attuale situazione è l’AIDS.
Ne offre una critica rappresentazione l’artista Keith Haring,
nell’opera Ignoranza = Paura del 1989 con gli omini saggi “I
don’t see, I don’t hear, I don’t speak”.
La storia, dunque, insegna che dalle tenebre di una malattia, l’uomo
possa comunque ripristinare il cammino verso la luce, verso la rinascita
di un nuovo giorno, proprio come fu il Rinascimento cinquecentesco.
Ed è questa la lezione da apprendere dal passato anche attraverso
l’arte e la valorizzazione del territorio, affinché si
possano veicolare dei modi nuovi di pensare al futuro dell’uomo
e alle sue responsabilità nella società.
Per questo, sono particolarmente lieto di aver collaborato a questa
mostra che suscita una necessaria riflessione sull’importanza
storica e culturale della Casina di Caccia di Ficuzza, emblema di storia,
arte e natura nell’ambito di questo territorio.
Desidero porgere un sincero ringraziamento a Marcello Scorsone, agli
Artisti che hanno partecipato, ai Relatori che sono intervenuti.
Grazie: il Vostro contributo ha dato linfa alla valenza artistica della
mostra.
Un sentito ringraziamento, al personale del Servizio Territoriale di
Palermo e del Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione
Siciliana.
Vincenzo Viscardi
Presidente
Istituzione Francesco Carbone
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