GALLERIA D'ARTE STUDIO 71
       

Antonella Affronti
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Luciana Anelli

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Maria Luce Balsamo

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Adriana Bellanca

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Alessandro Bronzini

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Aurelio Caruso

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Elio Corrao

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Carlo Cottone

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Rosa Lia Ferreri

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Giuseppe Gargano

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Ninni Iannazzo

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Rodolfo La Torre

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Maria Pia Lo Verso

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Rosalia Marchiafava Arnone

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Enrico Meo

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Concetta Palmitesta

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Rita Piangerelli

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Mariella Ramondo

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Filippo Scimeca

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Rosa Spina

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Enzo Tardia

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Diego Valentinuzzi

THE BLACK DAYS


Eugenia Affronti

 

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Enzo Angiuoni

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Liana Taurini Barbato

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Om Bosser

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Sebastiano Caracozzo

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Giorgio Chiesi

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Lamberto Correggiari

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Clara Di Curzio

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Daniela Gargano

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Luigi Gatto

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Antonio Iannece

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Nadia Lolletti

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Gabriella Lupinacci

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Luciana Mascia

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Franco Nocera

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Yuri Emiliano Paolini

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Massimo Piazza

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Marisa Sapienza

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Turi Sottile

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Tina Stati

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Gianni Maria Tessari

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Tiziana Viola Massa

 

Ex Casina di Caccia Borbonica di Ficuzza
dal 26 settembre al 28 novembre 2020

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Sabato 26 Settembre 2020 alle ore 11,00 presso il Palazzo Borbonico (Casina di Caccia) di Ficuzza PA, verrà presentata la mostra “The black days”. La mostra, realizzata in collaborazione con l’Istituzione Francesco Carbone è costituita da 44 opere di autori operanti in tutto il territorio nazionale dal Nord al Sud che hanno voluto rappresentare le angosce e le preoccupazioni di un evento ancora in corso anche se in toni minori ma indimenticabile sotto ogni punto di vista.
Gli autori: Antonella Affronti, Eugenia Affronti, Luciana Anelli, Enzo Angiuoni, Maria Luce Balsamo, Liana Barbato, Adriana Bellanca, Om Bosser, Alessandro Bronzini, Sebastiano Caracozzo, Aurelio Caruso, Giorgio Chiesi, Elio Corrao, Lamberto Correggiari, Carlo Cottone, Clara Di Curzio, Rosa Lia Ferreri, Daniela Gargano, Giuseppe Gargano, Luigi Gatto, Ninni Iannazzo, Antonio Iannece, Rodolfo La Torre, Nadia Lolletti, Maria Pia Lo Verso, Gabriella Lupinacci, Rosalia Marchiafava Arnone, Luciana Mascia, Enrico Meo, Franco Nocera, Concetta Palmitesta, Yuri Emiliano Paolini, Rita Piangerelli, Massimo Piazza, Mariella Ramondo, Marisa Sapienza, Filippo Scimeca, Turi Sottile, Rosa Spina, Tina Stati, Enzo Tardia, Gianni Maria Tessari, Diego Valentinuzzi, Tiziana Viola-Massa.
Vale la pena sottolineare un frammento dell’intervento presente in catalogo di Piero Longo: “Siamo in questa lunga e oscura galleria pandemica e dentro il silenzio improvviso del treno che continua la sua corsa mentre fuori l’aria è tersa e i monumenti parlano diffidando della precaria armonia che i Sapiens sanno creare e disfare cercando il bello che l’universo nasconde nel silenzio del suo presunto vuoto”
Il volume comprende testi e dipinti dei 44 gli artisti e degli 11 critici d’arte e scrittori. Tutti gli artisti che ne hanno fatto richiesta sono stati inclusi perché non si è voluto dare un taglio di carattere esclusivo, ma inclusivo per dare spazio a quanti avessero voglia di manifestare il proprio disagio e la propria angoscia per una prigionia non desiderata.
Testi in catalogo: Gonzalo Alvarez Garcia, Paola Caruso, Aldo Gerbino, Vanni Giuffrè, Sandra Guddo, Piero Longo, Tommaso Romano, Salvatore Rondello, Vinny Scorsone e Ciro Spataro. Testimonianze: Anna Maria Esposito e Gabriella Lupinacci.
la mostra delle 44 opere come si è detto verrà esposta nelle sale del prestigioso Palazzo Borbonico di Ficuzza e vi rimarrà fino al 28 Novembre 2020. La stessa è visitabile dalle ore 9-13 da lunedì a sabato; domenica 9-12, 14-18

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Questa mostra propone opere che descrivono e raccontano le paure dell’umanità di fronte all’emergenza epidemiologica dovuta al Codiv-19. Una raccolta di opere in cui vengono rappresentate, attraverso il linguaggio dei segni e dei colori, tutti i temi iconografici di questa pandemia: la quarantena, l’assembramento, l’inquietudine, l’angoscia, la fobia, il silenzio ed infine la morte.
I recenti cambiamenti sociali, dovuti a questo fenomeno, interesseranno tutti e dovranno contribuire ad orientare la ripresa, non solo economica, e a fornire indicazioni per costruire una nuova società più resiliente, sostenibile ed equa.
Le grandi epidemie hanno ispirato gli artisti sia nell’antichità sia nei tempi moderni. La prima pandemia della storia, la peste nel 430 a.C. colpì Atene, durante la guerra del Peloponneso, descritta dallo storico ateniese Tucidide e rappresentata nel dipinto del pittore fiammingo Michiel Sweerts nel 1652.
La peste nera nell’Europa del 1350, in cui morì circa un terzo della popolazione, è descritta da Giovanni Boccaccio nell’introduzione del Decamerone:
“Non bastando la terra sacra alle sepolture si facevano per i cimiteri le chiese nelle quale a centinaia si mettevano i sopravvenenti: ed in quella stivati come si mettono le mercanzie nelle navi con poca terra si ricopriano fino a tanto che nella fossa al sommo si pervenia”.
La peste, insomma, fu un flagello per molte città europee come Palermo e Firenze. Ma allo stesso tempo, però, questo infausto periodo è stato l’embrione di un grande rinnovamento umano, culturale e artistico che avrebbe cambiato per sempre il volto dell’Europa e dell’Italia: il Rinascimento.
Sono molto ricorrenti le scene pittoriche del “Trionfo della morte”, opera custodita a palazzo Abatellis di Palermo, con i cadaveri in primo piano e la morte a cavallo.
Nel “San Rocco risana gli appestati” del 1549, Tintoretto dipinge a Venezia l’interno di un lazzaretto con luce immaginaria in primo piano e una luce determinata dalle torce sullo sfondo.
La peste della fine dell’ottocento, la terza pandemia, con decine di milioni di morti, è rappresentata dal pittore svizzero Arnol Bockiln, con un’opera del 1898, influenzata dalla paura della guerra ispano-americana e la pestilenza.
La morte viene rappresentata da un mostro alato, una specie di sauro volante dalle sembianze umane.
Ed ancora, l’influenza spagnola, è rappresentata dall’opera di Egon Schiele del 1918 “La famiglia” in cui il pittore disegna il suo autoritratto e quella della moglie, entrambi morti per febbre spagnola.
Di certo, il male che più ha inciso nella società moderna ed in maniera differente dall’attuale situazione è l’AIDS. Ne offre una critica rappresentazione l’artista Keith Haring, nell’opera Ignoranza = Paura del 1989 con gli omini saggi “I don’t see, I don’t hear, I don’t speak”.
La storia, dunque, insegna che dalle tenebre di una malattia, l’uomo possa comunque ripristinare il cammino verso la luce, verso la rinascita di un nuovo giorno, proprio come fu il Rinascimento cinquecentesco.
Ed è questa la lezione da apprendere dal passato anche attraverso l’arte e la valorizzazione del territorio, affinché si possano veicolare dei modi nuovi di pensare al futuro dell’uomo e alle sue responsabilità nella società.
Per questo, sono particolarmente lieto di aver collaborato a questa mostra che suscita una necessaria riflessione sull’importanza storica e culturale della Casina di Caccia di Ficuzza, emblema di storia, arte e natura nell’ambito di questo territorio.
Desidero porgere un sincero ringraziamento a Marcello Scorsone, agli Artisti che hanno partecipato, ai Relatori che sono intervenuti.
Grazie: il Vostro contributo ha dato linfa alla valenza artistica della mostra.
Un sentito ringraziamento, al personale del Servizio Territoriale di Palermo e del Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Siciliana.
Vincenzo Viscardi
Presidente
Istituzione Francesco Carbone