Venerdì 17 maggio 2013 alle ore 18.00 presso la Libreria del
Mare Via Cala, 50 Palermo verrà inaugurata la mostra di Maria
Pia Lo Verso dal titolo:
Istantanee – ritratti quasi per caso
Una storia lunga trenta anni fatta di
scatti fotografici. Istantanee di ritratti per caso. Un personalissimo
taccuino di viaggio che comincia molto tempo prima, negli anni dell’infanzia
in questa mostra però Lo Verso presenta il più “recente”
album dei ricordi che inizia con una foto di Bruno Caruso a Isola delle
Femmine del 1983 e si conclude con Mauro Staccioli a Castel di Lucio
nel 2012. 81 fotografie e 95 personaggi da Marcel Marceau a Richard
Long, da Paolo Villaggio a Carlo Verdone, da Vittorio Sgarbi a Tommaso
Romano etc. Scrive Aldo Gerbino nel suo testo in catalogo: “Vi
ritrovo, non senza una piccola vertigine del cuore, figure di sodali,
intellettuali con cui ho condiviso esperienze, sensazioni, analisi:
dal critico Francesco Carbone con la sua fisionomia aspra e gentile,
al futurista Giacomo Giardina dal ‘corpo di gabbiano’ assorto
nella sua incantata essenza di poeta, e, come volle Marinetti, di poeta
nutrito di pastorizia per affocate campagne godranesi. Poi, da Ugo Attardi
e il suo pervadente scenario pittorico mirabilmente compreso tra pigmenti,
sculture e scrittura, all’intelligenza critica di Franco Grasso;
dall’incisore Pippo Gambino a Totò Bonanno dalla calda
pittura, e, dal novecentismo di Lia Pasqualino Noto alla foto che ritrae
il giovane Andrea Di Marco troppo prematuramente negato alla vita. E
ancora, l’affiorare della problematicità di Mario Bardi
si lega alla ‘classicità’ di Paolo Malfanti, fino
allo sguardo spaziale di Ibrahim Kodra con l’equilibrio di intelligenze
come Renzo Bertoni e Giusto Monaco. Gli oltre ottanta volti si riversano,
accompagnati da una loro mestizia speranzosa, su questa scena di umana
nostalgia allestita dalla Lo Verso; nostalgia che ci è stata
portatrice di insegnamenti, ricca materia ideale a sostegno della vita
stessa.”
Critici d’arte, pittori, scultori, attori, scrittori, poeti, fotografi,
giornalisti, studiosi, si danno il cambio ad ogni pagina. Essi sono
lo specchio di una società in continua evoluzione. Immagini ora
serie ora scherzose danno sfogo alla loro “arroganza”. Sono
istantanee che ci mostrano un piccolo spaccato della nostra civiltà
fatto di personaggi di culture diverse, noti e meno noti. C’è
chi si è messo in posa davanti all’obbiettivo, chi invece
non si è nemmeno accorto di essere stato fotografato.”
La mostra a cura di Vinny Scorsone è accompagnata da un catalogo
edito dall’Associazione culturale Studio 71 di Palermo con testi
di Aldo Gerbino, Ferdinando Russo e della stessa Vinny Scorsone. L’esposizione
è visitabile fino al l’8 giugno 2013 con i seguenti orari:
dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30.
Nel mese di giugno e fino al 10 luglio
la mostra sarà visitabile presso la Galleria Studio 71 di Palermo,
tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00 escluso i sabati e i festivi.
Ufficio stampa e p.r.
Libreria del Mare Palermo
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PER ALBUM
di Aldo Gerbino
Dire di una urgenza che riguarda l’istantanea
azione della fotografia, significa ribadire quell’estesa necessità,
per usare parole semplici e dirette, di registrare, con la linearità
narrativa che il caso richiede, e al di là dell’osservanza
di specifici parametri tecnici: presenze, amicizie, incontri fortuiti,
amichevoli intese, vivaci discorsi. Foto scattate, dunque, per “Estemporanee”
quasi in sordina, improvvise com’è improvviso e nervoso
lo scatto d’una macchina, almeno in quelle mature macchine fotografiche
analogiche aggiogate a tutto il loro sofisticato corredo di filtri ed
esposimetri. Il fascino della ‘macchina’ ha da sempre pervaso
una sempre più larga fascia di utenti, e, bisogna osservare,
come al di là delle qualità legate alla ricerca, al linguaggio
dell’arte, o professionali in senso lato, la quieta raccolta d’immagini
intrecciata nel bagaglio di icone, come in un sentimentale album di
ricordi, sottolinea la precisa volontà di memorizzare un accadimento,
un volto, uno sguardo, un gesto, un sorriso, un saluto.
Con frequenza crescente mi ritrovo ad esaminare corposi o minuscoli
archivi familiari in cui, appunto, le fotografie testimoniano inequivocabilmente
dello stile di vita, delle attività di un commercio, delle scelte
di un centro studi, di una galleria, oppure storie naturali maturate
nel cerchio delle abitazioni. E non è un caso del perché,
proprio oggi, avvenga spesso la riproposizione ragionata di foto immerse
nel bagno antropologico o sociologico, oppure di filmati posti nello
storico passo di 8 millimetri, o di lontane foto dei decenni trascorsi,
dai bordi frastagliati, che ridipingono, e ancor più riflettono,
rievocano, gli ultimi decenni della tramontata civiltà contadina,
il boom economico degli anni Sessanta lambendo il tempo futuro. Non
a caso, proprio in attuali programmi televisivi, tale linea costituisce,
esempio magnifico in “Res” di Rai Storia, un tassello di
aumentato interesse anche in virtù di un’estetica arcaica,
ingenua.
Da tale dimensione gemma la raccolta di figure ordinata da Maria Pia
Lo Verso, la quale da sempre condivide, con il trasporto passionale
del marito, della figlia, e di un manipolo di appassionati, l’attività
umana ed artistica della galleria d’arte “Studio 71”.
Vi ritrovo, non senza una piccola vertigine del cuore, figure di sodali,
intellettuali con cui ho condiviso esperienze, sensazioni, analisi:
dal critico Francesco Carbone con la sua fisionomia aspra e gentile,
al futurista Giacomo Giardina dal ‘corpo di gabbiano’ assorto
nella sua incantata essenza di poeta, e, come volle Marinetti, di poeta
nutrito di pastorizia per affocate campagne godranesi. Poi, da Ugo Attardi
e il suo pervadente scenario pittorico mirabilmente compreso tra pigmenti,
sculture e scrittura, all’intelligenza critica di Franco Grasso;
dall’incisore Pippo Gambino a Totò Bonanno dalla calda
pittura, e, dal novecentismo di Lia Pasqualino Noto alla foto che ritrae
il giovane Andrea Di Marco troppo prematuramente negato alla vita. E
ancora, l’affiorare della problematicità di Mario Bardi
si lega alla ‘classicità’ di Paolo Malfanti, fino
allo sguardo spaziale di Ibrahim Kodra con l’equilibrio di intelligenze
come Renzo Bertoni e Giusto Monaco. Gli oltre ottanta volti si riversano,
accompagnati da una loro mestizia speranzosa, su questa scena di umana
nostalgia allestita dalla Lo Verso; nostalgia che ci è stata
portatrice di insegnamenti, ricca materia ideale a sostegno della vita
stessa. Ora su tale circolo di figure ecco il drappello che trasmette
con forza il suo messaggio creativo, qui salutato dall’ampia materia
mediterranea di Bruno Caruso, di Paolo Schiavocampo, dalla pirotecnia
di Turi Sottile, dalla visione segmentale di Gillo Dorfles e dalla densità
di Togo. Non ultimi, tra i tanti volti che lo spazio non ci consente
di evidenziare, ecco il ‘visus’ storico-critico di Anna
Maria Ruta, di Salvo Ferlito, di Francesco Gallo, o il portato della
scrittura con Roberto Alaimo e la poesia con Piero Longo. Ad un tratto
su tutti occhieggia, attraverso un guscio ironico, l’abbraccio
di Mark Kostabi, raccolto, insieme con altri abbracci, dall’occhio
di Maria Pia, dalla curiosità e dall’esteso suo fervore.
ALBUM DI FAMIGLIA
di Vinny Scorsone
Sfoglio il mio album di “famiglia”.
Esso è intriso di incontri inattesi, di ricordi, di condivisioni,
di frasi non dette, di sorrisi sinceri o artefatti, di pause, di gesti
improvvisi, di apparizioni fugaci.
Strana famiglia, la mia, una famiglia allargata in cui fare entrare
amici e parenti, artisti con i quali ci si frequenta spesso oppure incontrati
una volta e poi mai più rivisti.
Guardo le foto. Ricordo ogni momento, ogni persona.
Nella mia mente, giornate di sole si alternano a cieli nuvolosi, si
mischiano a volti, a situazioni. Incontri occasionali cedono il passo
agli amici di sempre.
Mostre, convegni, conferenze, cene goliardiche, incontri di lavoro,
interviste, le foto si sommano, diventano finestre aperte e prendono
vita. Il silenzio si spezza e piano, piano oltre ai suoni tornano a
galla anche gli odori, le emozioni.
Guardo le fotografie e mi commuovo: per alcune ero presente mentre venivano
scattate per altre invece no. Faccio scorrere il tempo ora veloce ora
lento sfogliando il mio album e rivivo ciascun minuto.
Ogni foto è un pezzo anche della mia vita.
Teorie di critici d’arte, pittori, scultori, attori, scrittori,
poeti, fotografi, giornalisti, studiosi, si danno il cambio ad ogni
pagina che volto. Essi sono lo specchio di una società in continua
evoluzione. Immagini ora serie ora scherzose danno sfogo alla loro “arroganza”.
Sono istantanee che ci mostrano un piccolo spaccato della nostra civiltà
fatto di personaggi di culture diverse, noti e meno noti. C’è
chi si è messo in posa davanti all’obbiettivo, chi invece
non si è nemmeno accorto di essere stato fotografato.
Guardando l’album tanti ricordi nitidi, mi attraversano, ma soprattutto
uno: io e mia madre insieme a spasso per le strade, per i cimiteri a
fotografare “angeli”, in compagnia di una macchina fotografica
(col tempo quella analogica ha lasciato il posto alla digitale ed i
negativi sono stati soppiantati dai cd, ma la passione per la fotografia
è rimasta la stessa).
Mia madre fotografa da sempre ogni cosa, ogni persona che incontra.
Sa cogliere il momento giusto, una posa divertente, uno scintillio negli
occhi che rischia di svanire nel nulla. Allora lei lo afferra e lo protegge,
lo conserva. Lo stesso ha fatto per tutti i personaggi che ha fotografato:
li ha preservati e consegnati alla storia in questo suo taccuino di
viaggio, il viaggio della sua vita.
Il suo personalissimo album di ricordi è strettamente collegato
all’attività della galleria Studio 71 di Palermo per la
quale ormai è la reporter ufficiale di ogni avvenimento. È
stato anche grazie a questo che nel suo obiettivo sono finiti grandi
e piccoli personaggi del mondo dell’arte e non solo.
I paesaggi e gli oggetti hanno lasciato il passo, per questa volta,
all’uomo con i suoi vizi e le sue virtù, con il suo animo
e la sua intelligenza, con la sua creatività e la sua esuberanza.
Un gesto, un sorriso, un movimento delle mani lasciano intravedere per
un attimo il mondo racchiuso in ciascuno di loro.
Trent’anni circa di fotografie sono condensati in queste pagine.
Tanti purtroppo sono i personaggi rimasti fuori da questo racconto,
ma ci sarà tempo per inserirli in un altro libro, in un altro
“capitolo” della vita, oltre l’obiettivo, di mia madre,
Maria Pia Lo Verso.
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