GALLERIA D'ARTE STUDIO 71
       
 
ARTE, FEDE E SPERANZA


Antonella Affronti

 

 

Chiesa di San Giorgio dei Genovesi, Palermo
Dal 6 al 13 ottobre 2013

Museo degli Angeli, Sant'Angelo di Brolo ME
Dal 3 al 30 novembre

Chiesa di San Biagio, Mistretta ME
dal 15 al 21 dicembre

 



Luciana Anelli

 

 

Promossa dall’Associazione Emiro Arte di Palermo in collaborazione con Studio 71 e sotto l’egida del Centro Regionale Trapianti della Sicilia, la mostra “Arte, Fede e Speranza”si propone di evidenziare, attraverso l’arte, come la donazione degli organi sia un gesto di libero arbitrio che si fa senza aspettarsi ricompensa. Un principio che dovrebbe accompagnare ogni gesto della propria vita.
Gli artisti invitati si sono posti queste ed altre domande ed ognuno ha risposto in maniera differente basandosi sul proprio sentire o lasciandosi guidare dalla propria storia personale. L’aspetto che comunque prevale, nelle opere in mostra, è la generosità, la vita che rinasce là dove si credeva fosse finita, l’essere solidali con il prossimo. Oltre a questo, non mancano i momenti dell’attesa, delle mille domande. Non manca la solitudine che attanaglia in determinati momenti o la speranza che tutto possa essere di nuovo normale.
Antonella Affronti, Luciana Anelli, Calogero Barba, Ilaria Caputo, Sebastiano Caracozzo, Aurelio Caruso, Tanina Cuccia, Angelo Denaro, Sergio Figuccia, Giovanni Gambino, Pippo Giambanco, Antonino Liberto, Elia Mammina, Franco Mineo, Alessandro Monti, Laura Natangelo, Aldo Palazzo, Massimo Piazza, Giuseppina Riggi, Enzo Romeo, Anna Santoro, Hemmanuel Semilia, Giusto Sucato, Tiziana Viola Massa, sono gli artisti che si sono confrontati su questo tema trovando sempre muove tracce e nuove soluzioni.
La mostra è accompagnata in catalogo da una scheda sul Centro Regionale Trapianti curata da Tiziana Lenzo e da testi di Giuseppe Bucaro, Sebastiano Caracozzo, Michele Giordano, Benedetto Lentini, Fulvia Reyes, Francesco Scorsone e Vinny Scorsone.

 

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IL DONO

La sera del 1° ottobre 1994 cambiò il modo di vedere la vita di tante persone.
Moriva, difatti, Nicholas Green, californiano di sette anni in vacanza in Italia con la famiglia, ferito mortalmente da alcuni rapinatori sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria, qualche giorno prima.
Alla sua morte, i genitori autorizzarono l'espianto e la donazione dei suoi organi. La notizia lasciò increduli molti di noi. Come si poteva autorizzare l’espianto di organi in un bambino così piccolo? Come potevano i genitori fare un gesto così importante e di grande altruismo nei confronti di un paese in cui il loro figlio aveva perso la vita? I beneficiari infatti furono sette e tutti italiani.
Sette, come le “Sette anime” di Gabriele Muccino che nel 2008 firmò il film avente come tema proprio la donazione degli organi. Sarà un caso? Chissà.
Certamente se i Green non avessero agito in questo modo, di Nicholas nessuno si ricorderebbe più e la sua vita sarebbe rimasta sterile, così come il suo corpo condannato a marcire intatto in una bara. Oggi, invece, in molti si ricordano di lui e non solo sette anime gli devono chi la vita chi la vista. Sì perché i Green hanno fatto molto di più e grazie a loro sono molte le persone che hanno avuto la possibilità di tornare a vivere.
Proprio su questa vicenda nel 1998 si basò il film “Il dono di Nicholas” con la regia di Robert Markowitz.
Non è facile affrontare un simile argomento, non è facile scriverne. Non lo è nella letteratura, nell’arte, non lo è nel cinema cercando di non essere banali o didascalici. Alcuni registi ci hanno provato chi facendone il perno attorno al quale fare ruotare l’intero film, chi accennandone solamente, come ad esempio Pedro Almodovar che nel 1999 firma “Tutto su mia madre”. Il regista spagnolo, già dai primi minuti, focalizza la sua attenzione sul personaggio di Manuela che lavora in un ospedale di Madrid e si occupa di trapianti. Quando il figlio di lei, Esteban, muore la donna si ritrova a dover prendere un’importante decisione e, nella disperazione, acconsente all’espianto del suo cuore (Quello dei trapianti del resto è un tema che il regista aveva già sfiorato nel precedente film “Il fiore del mio segreto” del 1995). Gli esempi potrebbero continuare, ma preferisco non dilungarmi oltre.
La donazione degli organi è un argomento molto delicato che vede contrapposti due filoni di pensiero differenti e mette in gioco una moltitudine di emozioni e sentimenti sia da parte del donatore (o meglio, della sua famiglia), sia da parte del ricevente. Entrano in campo componenti affettive, religiose che spesso si scontrano. Ma se il ricevente spera in un trapianto e ha un po’ di tempo per abituarsi all’idea, la famiglia del donatore (quando non è stato espressamente dichiarato in precedenza dal donatore stesso) si trova a dover prendere una decisione di tal fatta nel giro di pochissimo tempo. Che fare? Accettare di veder martoriato il corpo del proprio caro, avendo la sensazione che sia diventato solo una carcassa dalla quale prelevare dei pezzi di ricambio per un’altra persona o vedere la parte più positiva della vicenda pensando che quella morte non è stata vana e che una sua parte continuerà a vivere donando altra vita? Quale decisione prendere? Quale sarà quella giusta? E il ricevente come accoglierà questo dono? Si sentirà per sempre in debito con la famiglia del donatore e con il donatore stesso? E se si tratta di un organo vitale, si sentirà colpevole di quella morte? Quelli che si instaurano quindi sono innumerevoli pensieri e sentimenti che non possono che portare tutti i protagonisti della vicenda dallo psicologo, messo a disposizione dallo stesso ospedale, per avere un sostegno. Molti, ancora oggi, sono contrari al trapianto adducendo varie motivazioni tra le quali quella che sarebbe come sostituirsi a Dio, ma chi ci dice in effetti Lui cosa ne pensa?
Spesso la donazione è un passaggio di testimone, una staffetta da correre contro il tempo, ma non sempre è così, ci sono difatti donazioni che non prevedono necessariamente la morte del donatore, lì allora tutto cambia e non ci sono più casi di coscienza ma solo gioia e serenità.
La mostra che in quest’occasione si presenta vede la partecipazione di ventiquattro artisti provenienti da diverse regioni italiane i quali hanno affrontato l’argomento in svariati modi. C’è chi ha fatto, ad esempio, di un cuore il cardine del proprio quadro, c’è invece chi ha privilegiato uno stato d’animo. Del resto, come rappresentare un tema così delicato? Cosa portare sulla tela? Quale aspetto sottolineare? Cosa significa veramente donare un organo?
Gli artisti invitati si sono posti queste ed altre domande ed ognuno ha risposto in maniera differente basandosi sul proprio sentire o lasciandosi guidare dalla propria storia personale. L’aspetto che comunque prevale, nelle opere in mostra, è la generosità, la vita che rinasce là dove si credeva fosse finita, l’essere solidali con il prossimo. Oltre a questo, non mancano i momenti dell’attesa, delle mille domande. Non manca la solitudine che attanaglia in determinati momenti o la speranza che tutto possa essere di nuovo normale. Alcuni quadri contengono dialoghi muti tra le parti in cui lo scambio, il dono, completa ogni essere vivente, altri sono una critica feroce a quello che è la nostra società, bieca ed egoista, sempre pronta a fagocitare tutto e a rigettare e buttare via la nostra parte più bella e più sincera. Nelle opere in mostra, accade anche che il momento della malattia sfumi leggero e si perda in cromie accese, in gesti lievi, in immagini cariche di pathos che dialogano con soggetti più sereni e spirituali in cui l’apparente freddezza è in realtà la sublimazione del dolore che si trasforma.
Una mostra essenzialmente laica che vede, in certi casi, anche una piccola componente religiosa in cui la “chiamata” giunge quando meno te lo aspetti. Non mancano neanche l’aspetto scientifico e quello della ricerca e i fatti tratti dalla cronaca e dalla storia. Uno studio attento, quindi, e quasi mai banale. Antonella Affronti, Luciana Anelli, Calogero Barba, Ilaria Caputo, Sebastiano Caracozzo, Aurelio Caruso, Tanina Cuccia,Angelo Denaro, Sergio Figuccia, Giovanni Gambino, Pippo Giambanco, Antonino Liberto, Elia Mammina, Franco Mineo, Alessandro Monti, Laura Natangelo, Aldo Palazzo, Massimo Piazza, Giuseppina Riggi, Enzo Romeo, Anna Santoro, Hemmanuele Semilia, Giusto Sucato, Tiziana Viola Massa, sono i pittori che si sono confrontati su questo tema trovando sempre muove tracce e nuove soluzioni.

Isola delle femmine 13 09 2013 cccccccccccccVinny Scorsone

 

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Scheda descrittiva del CRT
a cura di Tiziana Lenzo

Il Centro Regionale per i Trapianti della Regione Sicilia (CRT) è stato istituito con Decreto dell’Assessore Regionale alla Sanità nel 1999.
Con il decreto n° 2719 del 10 novembre 2010 l’Assessorato ha definito il nuovo assetto organizzativo del CRT, identificato quale organo tecnico dell’Assessorato.
Gli organi del CRT sono il Coordinatore regionale e il Comitato Regionale per i Trapianti.
Il CRT assicura il coordinamento operativo in tutte le fasi di prelievo, conservazione, assegnazione, trapianto di organi e tessuti per 24h/24 per 365 giorni dell’anno. L’esecuzione delle procedure di accertamento della morte del donatore e di idoneità degli organi è assicurata su tutto il territorio regionale dai Coordinamenti locali per i trapianti presenti in ciascuna Azienda Sanitaria Regionale.
Tra le funzioni principali del CRT, come previsto dall’art. 10, comma 6, della legge 1 aprile 1999, n. 91 e dal DA 2719, vi sono il coordinamento delle attività di prelievo e i rapporti tra i reparti di rianimazione presenti sul territorio e le strutture per i trapianti, in collaborazione con i coordinatori locali e la direzione sanitaria dell’azienda ospedaliera interessata; il controllo sull’esecuzione dei test immunologici necessari per il trapianto allo scopo di assicurare l’idoneità del donatore; l'assegnazione degli organi in applicazione dei criteri stabiliti dal Centro nazionale, in base alle priorità risultanti dalle liste delle persone in attesa di trapianto (di cui all’articolo 8, comma 6, lettera a), della legge 1 aprile 1999, n. 91); la realizzazione di campagne di informazione della popolazione.
Il CRT ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001:2008 che attesta la qualità raggiunta nell’erogazione di servizi di coordinamento operativo di prelievi e trapianti di organi, di immunogenetica, di prelievo, banking e trapianto di tessuti, progettazione ed erogazione di servizi di formazione, informazione, educazione e crescita culturale della popolazione e degli operatori in materia di donazione di trapianti nel territorio di competenza.
Il CRT Sicilia ha la sua sede presso l’ARNAS Civico di Palermo, piazza Nicola Leotta 4.
Gli uffici di direzione del CRT si trovano in via Costantino Nigra 59 numero verde: 800 912 808 (attivo dalle 10 alle 17; dopo le 17 è in funzione la segreteria telefonica)
sito web: www.crtsicilia.it indirizzo mail segreteria@crtsicilia.it
Numero di telefono: (dal lunedi al venerdi dalle ore 9 alle ore 16) 091 7743600
Coordinatore Regionale: Dott. Vito Sparacino
Vice Coordinatore Regionale: Dr.ssa Vincenza Agnello


 


Calogero Barba



Sebastiano Caracozzo

 


Ilaria Caputo

 


Aurelio Caruso

 

 


Tanina Cuccia

 


Angelo Denaro

 


Sergio Figuccia

 


Giovanni Gambino

 


Pippo Giambanco


Antonino Liberto

 



Elia Mammina



Franco Mineo

 


Alessandro Monti


 



Laura Natangelo

 

 



Aldo Palazzolo

 


Massimo Piazza

 

   



Giuseppina Riggi

 



Enzo Romeo

 

   



Anna Santoro

 



Hemmanuel Semilia

 

   

Giusto Sucato


Tiziana Viola Massa