Promossa dall’Associazione Emiro Arte di Palermo
in collaborazione con Studio 71 e sotto l’egida del Centro Regionale
Trapianti della Sicilia, la mostra “Arte, Fede e Speranza”si
propone di evidenziare, attraverso l’arte, come la donazione
degli organi sia un gesto di libero arbitrio che si fa senza aspettarsi
ricompensa. Un principio che dovrebbe accompagnare ogni gesto della
propria vita.
Gli artisti invitati si sono posti queste ed altre domande ed ognuno
ha risposto in maniera differente basandosi sul proprio sentire o
lasciandosi guidare dalla propria storia personale. L’aspetto
che comunque prevale, nelle opere in mostra, è la generosità,
la vita che rinasce là dove si credeva fosse finita, l’essere
solidali con il prossimo. Oltre a questo, non mancano i momenti dell’attesa,
delle mille domande. Non manca la solitudine che attanaglia in determinati
momenti o la speranza che tutto possa essere di nuovo normale.
Antonella Affronti, Luciana Anelli, Calogero Barba, Ilaria Caputo,
Sebastiano Caracozzo, Aurelio Caruso, Tanina Cuccia, Angelo Denaro,
Sergio Figuccia, Giovanni Gambino, Pippo Giambanco, Antonino Liberto,
Elia Mammina, Franco Mineo, Alessandro Monti, Laura Natangelo, Aldo
Palazzo, Massimo Piazza, Giuseppina Riggi, Enzo Romeo, Anna Santoro,
Hemmanuel Semilia, Giusto Sucato, Tiziana Viola Massa, sono gli artisti
che si sono confrontati su questo tema trovando sempre muove tracce
e nuove soluzioni.
La mostra è accompagnata in catalogo da una scheda sul Centro
Regionale Trapianti curata da Tiziana Lenzo e da testi di Giuseppe
Bucaro, Sebastiano Caracozzo, Michele Giordano, Benedetto Lentini,
Fulvia Reyes, Francesco Scorsone e Vinny Scorsone.
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IL DONO
La sera del 1° ottobre 1994 cambiò
il modo di vedere la vita di tante persone.
Moriva, difatti, Nicholas Green, californiano di sette anni in vacanza
in Italia con la famiglia, ferito mortalmente da alcuni rapinatori sull'autostrada
Salerno-Reggio Calabria, qualche giorno prima.
Alla sua morte, i genitori autorizzarono l'espianto e la donazione dei
suoi organi. La notizia lasciò increduli molti di noi. Come si
poteva autorizzare l’espianto di organi in un bambino così
piccolo? Come potevano i genitori fare un gesto così importante
e di grande altruismo nei confronti di un paese in cui il loro figlio
aveva perso la vita? I beneficiari infatti furono sette e tutti italiani.
Sette, come le “Sette anime” di Gabriele Muccino che nel
2008 firmò il film avente come tema proprio la donazione degli
organi. Sarà un caso? Chissà.
Certamente se i Green non avessero agito in questo modo, di Nicholas
nessuno si ricorderebbe più e la sua vita sarebbe rimasta sterile,
così come il suo corpo condannato a marcire intatto in una bara.
Oggi, invece, in molti si ricordano di lui e non solo sette anime gli
devono chi la vita chi la vista. Sì perché i Green hanno
fatto molto di più e grazie a loro sono molte le persone che
hanno avuto la possibilità di tornare a vivere.
Proprio su questa vicenda nel 1998 si basò il film “Il
dono di Nicholas” con la regia di Robert Markowitz.
Non è facile affrontare un simile argomento, non è facile
scriverne. Non lo è nella letteratura, nell’arte, non lo
è nel cinema cercando di non essere banali o didascalici. Alcuni
registi ci hanno provato chi facendone il perno attorno al quale fare
ruotare l’intero film, chi accennandone solamente, come ad esempio
Pedro Almodovar che nel 1999 firma “Tutto su mia madre”.
Il regista spagnolo, già dai primi minuti, focalizza la sua attenzione
sul personaggio di Manuela che lavora in un ospedale di Madrid e si
occupa di trapianti. Quando il figlio di lei, Esteban, muore la donna
si ritrova a dover prendere un’importante decisione e, nella disperazione,
acconsente all’espianto del suo cuore (Quello dei trapianti del
resto è un tema che il regista aveva già sfiorato nel
precedente film “Il fiore del mio segreto” del 1995). Gli
esempi potrebbero continuare, ma preferisco non dilungarmi oltre.
La donazione degli organi è un argomento molto delicato che vede
contrapposti due filoni di pensiero differenti e mette in gioco una
moltitudine di emozioni e sentimenti sia da parte del donatore (o meglio,
della sua famiglia), sia da parte del ricevente. Entrano in campo componenti
affettive, religiose che spesso si scontrano. Ma se il ricevente spera
in un trapianto e ha un po’ di tempo per abituarsi all’idea,
la famiglia del donatore (quando non è stato espressamente dichiarato
in precedenza dal donatore stesso) si trova a dover prendere una decisione
di tal fatta nel giro di pochissimo tempo. Che fare? Accettare di veder
martoriato il corpo del proprio caro, avendo la sensazione che sia diventato
solo una carcassa dalla quale prelevare dei pezzi di ricambio per un’altra
persona o vedere la parte più positiva della vicenda pensando
che quella morte non è stata vana e che una sua parte continuerà
a vivere donando altra vita? Quale decisione prendere? Quale sarà
quella giusta? E il ricevente come accoglierà questo dono? Si
sentirà per sempre in debito con la famiglia del donatore e con
il donatore stesso? E se si tratta di un organo vitale, si sentirà
colpevole di quella morte? Quelli che si instaurano quindi sono innumerevoli
pensieri e sentimenti che non possono che portare tutti i protagonisti
della vicenda dallo psicologo, messo a disposizione dallo stesso ospedale,
per avere un sostegno. Molti, ancora oggi, sono contrari al trapianto
adducendo varie motivazioni tra le quali quella che sarebbe come sostituirsi
a Dio, ma chi ci dice in effetti Lui cosa ne pensa?
Spesso la donazione è un passaggio di testimone, una staffetta
da correre contro il tempo, ma non sempre è così, ci sono
difatti donazioni che non prevedono necessariamente la morte del donatore,
lì allora tutto cambia e non ci sono più casi di coscienza
ma solo gioia e serenità.
La mostra che in quest’occasione si presenta vede la partecipazione
di ventiquattro artisti provenienti da diverse regioni italiane i quali
hanno affrontato l’argomento in svariati modi. C’è
chi ha fatto, ad esempio, di un cuore il cardine del proprio quadro,
c’è invece chi ha privilegiato uno stato d’animo.
Del resto, come rappresentare un tema così delicato? Cosa portare
sulla tela? Quale aspetto sottolineare? Cosa significa veramente donare
un organo?
Gli artisti invitati si sono posti queste ed altre domande ed ognuno
ha risposto in maniera differente basandosi sul proprio sentire o lasciandosi
guidare dalla propria storia personale. L’aspetto che comunque
prevale, nelle opere in mostra, è la generosità, la vita
che rinasce là dove si credeva fosse finita, l’essere solidali
con il prossimo. Oltre a questo, non mancano i momenti dell’attesa,
delle mille domande. Non manca la solitudine che attanaglia in determinati
momenti o la speranza che tutto possa essere di nuovo normale. Alcuni
quadri contengono dialoghi muti tra le parti in cui lo scambio, il dono,
completa ogni essere vivente, altri sono una critica feroce a quello
che è la nostra società, bieca ed egoista, sempre pronta
a fagocitare tutto e a rigettare e buttare via la nostra parte più
bella e più sincera. Nelle opere in mostra, accade anche che
il momento della malattia sfumi leggero e si perda in cromie accese,
in gesti lievi, in immagini cariche di pathos che dialogano con soggetti
più sereni e spirituali in cui l’apparente freddezza è
in realtà la sublimazione del dolore che si trasforma.
Una mostra essenzialmente laica che vede, in certi casi, anche una piccola
componente religiosa in cui la “chiamata” giunge quando
meno te lo aspetti. Non mancano neanche l’aspetto scientifico
e quello della ricerca e i fatti tratti dalla cronaca e dalla storia.
Uno studio attento, quindi, e quasi mai banale. Antonella Affronti,
Luciana Anelli, Calogero Barba, Ilaria Caputo, Sebastiano Caracozzo,
Aurelio Caruso, Tanina Cuccia,Angelo Denaro, Sergio Figuccia, Giovanni
Gambino, Pippo Giambanco, Antonino Liberto, Elia Mammina, Franco Mineo,
Alessandro Monti, Laura Natangelo, Aldo Palazzo, Massimo Piazza, Giuseppina
Riggi, Enzo Romeo, Anna Santoro, Hemmanuele Semilia, Giusto Sucato,
Tiziana Viola Massa, sono i pittori che si sono confrontati su questo
tema trovando sempre muove tracce e nuove soluzioni.
Isola delle femmine 13 09 2013 cccccccccccccVinny
Scorsone
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Scheda descrittiva del CRT
a cura di Tiziana Lenzo
Il Centro Regionale per i Trapianti
della Regione Sicilia (CRT) è stato istituito con Decreto dell’Assessore
Regionale alla Sanità nel 1999.
Con il decreto n° 2719 del 10 novembre 2010 l’Assessorato
ha definito il nuovo assetto organizzativo del CRT, identificato quale
organo tecnico dell’Assessorato.
Gli organi del CRT sono il Coordinatore regionale e il Comitato Regionale
per i Trapianti.
Il CRT assicura il coordinamento operativo in tutte le fasi di prelievo,
conservazione, assegnazione, trapianto di organi e tessuti per 24h/24
per 365 giorni dell’anno. L’esecuzione delle procedure di
accertamento della morte del donatore e di idoneità degli organi
è assicurata su tutto il territorio regionale dai Coordinamenti
locali per i trapianti presenti in ciascuna Azienda Sanitaria Regionale.
Tra le funzioni principali del CRT, come previsto dall’art. 10,
comma 6, della legge 1 aprile 1999, n. 91 e dal DA 2719, vi sono il
coordinamento delle attività di prelievo e i rapporti tra i reparti
di rianimazione presenti sul territorio e le strutture per i trapianti,
in collaborazione con i coordinatori locali e la direzione sanitaria
dell’azienda ospedaliera interessata; il controllo sull’esecuzione
dei test immunologici necessari per il trapianto allo scopo di assicurare
l’idoneità del donatore; l'assegnazione degli organi in
applicazione dei criteri stabiliti dal Centro nazionale, in base alle
priorità risultanti dalle liste delle persone in attesa di trapianto
(di cui all’articolo 8, comma 6, lettera a), della legge 1 aprile
1999, n. 91); la realizzazione di campagne di informazione della popolazione.
Il CRT ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001:2008
che attesta la qualità raggiunta nell’erogazione di servizi
di coordinamento operativo di prelievi e trapianti di organi, di immunogenetica,
di prelievo, banking e trapianto di tessuti, progettazione ed erogazione
di servizi di formazione, informazione, educazione e crescita culturale
della popolazione e degli operatori in materia di donazione di trapianti
nel territorio di competenza.
Il CRT Sicilia ha la sua sede presso l’ARNAS Civico di Palermo,
piazza Nicola Leotta 4.
Gli uffici di direzione del CRT si trovano in via Costantino Nigra 59
numero verde: 800 912 808 (attivo dalle 10 alle 17; dopo le 17 è
in funzione la segreteria telefonica)
sito web: www.crtsicilia.it indirizzo mail segreteria@crtsicilia.it
Numero di telefono: (dal lunedi al venerdi dalle ore 9 alle ore 16)
091 7743600
Coordinatore Regionale: Dott. Vito Sparacino
Vice Coordinatore Regionale: Dr.ssa Vincenza Agnello
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