mostra collettiva ideata da Sebastiano Caracozzo e Francesco Scorsone:
Aspetti Architettonici e Paesaggistici siciliani
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il catalogo
Alla mostra partecipano 42 artisti Antonella
Affronti, Anna Aiello, Cristina Alletto, Giuseppe Apa, Liana Barbato,
Marisa Battaglia, Alessandro Bronzini, Sebastiano Caracozzo, Aurelio
Caruso, Pina Cirino, Bartolo Conciauro, Silvana Consoli, Pippo Consolo,
Angelo Denaro, Agatino Di Stefano, Naire Feo, Rita Gambino, Daniela
Gargano, Giuseppe Gargano, Gilda Gubiotti, Maria Grazia Lala, Patrizia
Leonardi, Antonino Liberto, Maria Pia Lo Verso, Gabriella Lupinacci,
Pino Manzella, Lidia Navarra, Lorenza Parrotta, Salvatore Pizzo, Ilario
Quirino, Caterina Rao, Rosario Scaccianoce, Giacomo Scurti, Giampietro
Sorgato, Giuseppe Spinoso, Pietro Tallarita, Emanuela Tolomeo, Marco
Urso, Maria Felice Vadalà, Angela Vasta, Tiziana Viola Massa,
Marilena Zappalà, provenienti da diverse aree del territorio
siciliano (ma l’invito è stato rivolto anche a coloro ai
quali visitando la Sicilia era rimasto impresso un frammento del territorio
o del paesaggio), i quali si sono lasciati ispirare dai suoi palazzi
barocchi e dalle chiese, dai teatri greci (Segesta, Siracusa etc) e
da quelli greco-romani (Taormina), dai templi di Agrigento, Selinunte,
Segesta e dalle architetture romaniche, dai monumenti arabo-normanni
e da quelli bizantini etc., presenti in gran parte dell’isola
e che ne fanno una vera e propria “terra delle meraviglie”.
Torri saracene e castelli, federiciani e non, affiorano un po’
dappertutto da Giuliana (Castello di Federico II) a Siracusa (Castello
Maniace) da Enna (Castello di Lombardia) a Catania (Castello Ursino),
a Erice (Castello di Venere).
Non c’è luogo della Sicilia, da Marsala all’altro
capo dell’isola, da Pachino a Palermo, attraverso la nuova autostrada
che da Siracusa porta a Catania, che non desti meraviglia. Anche l’apparente
brulla A19 (che da Catania porta a Palermo) in primavera si ammanta
di un verde lussureggiante o di macchie dal colore vermiglio della sulla
in fiore per poi deliziare con campi di semplici margherite, di rossi
papaveri nei quali incontrare greggi di pecore al pascolo o mandrie
di mucche “mollemente” adagiate sull’erba, intente
a ruminare il loro pasto.
Tanti aspetti, quindi, che hanno contribuito a realizzare una mostra
dal carattere documentaristico e qualitativo. Ma la Sicilia è
anche la terra delle contraddizioni che non si riesce a far convivere
fra di loro.
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