Percorsi incrociati n. 6
Anna Barbagallo, Simona Franz,
Jacò, Lucia Mignosa, Giovanna Nicotra, Giuseppe Sciacca, Andrea
Todaro.
Sarà inaugurata sabato 16 marzo alle ore 18.00
presso la galleria Studio 71 di Palermo la mostra collettiva: Percorsi
incrociati 6.
La mostra, presentata da Vinny Scorsone, sarà visitabile fino
al 31 marzo con i seguenti orari dalle 17.00 alle 20.00 festivi compresi
PERCORSI INCROCIATI 6
Cuntu, cuntu …
cuntu e ti cuntu di terre lontane,
di luoghi imprecisi, di genti isolane.
Cuntu di cibo e di storie intrecciate,
di stili, di vite e leggende create.
Di paladini e trinacrie silenti,
ora ti cuntu di giardini viventi.
Ti cuntu e ti canto di attese infinite,
di antiche promesse, di notti pulite.
Cuntu e ti cuntu ancora una volta
di gialli limoni e di uova in rivolta,
di bianche colombe e di donne legate
di morte, di amore, di scritture celate.
Cuntu, ti cuntu d’inchiostri e pitture,
di linde matite e potenti sculture.
Di quadri possenti e preziose incisioni
sospese nel tempo da piccoli toni.
Di figli di luna e di figli cambiati
Di donne, di uomini, di percorsi incrociati.
Percorsi incrociati è un appuntamento che si
ripete già da diversi anni. Un modo per mettere a confronto
artisti differenti tra loro, la loro storia e il loro percorso artistico.
Arrivata alla sesta edizione, la mostra, nel tempo, ha evidenziato
punti di incontro e differenze attorno a temi e luoghi.
La prima edizione, tenutasi presso la fondazione Mazzullo di Taormina
nel 2004 (così come le successive tre), ha riunito quattro
artisti (Antonella Affronti, Alessandro Monti, Antonino G. Perricone,
Gianni Maria Tessari) completamente eterogenei sia per provenienza
geografica che per temi e tecniche trattati. Diverse culture, luoghi
e percorsi artistici, quindi. La seconda edizione ha focalizzato l’attenzione,
invece, sul paesaggio e sui rapporti tra uomo e natura. Quattro artisti
(Angelo Denaro, Giuseppe Fell, Sergio Figuccia, Ilario Quirino) si
sono incontrati regalando una visione ora intimistica ora concettuale
dello stesso tema. Anche la terza ha privilegiato il paesaggio, mettendo
a confronto tecniche e luoghi differenti. Cinque artisti provenienti
dalla Sicilia, dal Lazio e dalla Calabria (Gilda Gubiotti, Franco
Mulas, Franco Nocera, Lorenza Parrotta, Antonella Pomara) hanno fatto
incontrare le loro sensazioni, i loro cammini artistici e tecnici
(pittura e scultura) dando vita ad una mostra ricca di colore e passione.
Più cerebrale, la quarta edizione, invece, ha visto la presenza
della “Scuola di Caltanissetta”. Sette artisti (Calogero
Barba, Lillo Giuliana, Michele Lambo, Giuseppina Riggi, Salvatore
Salamone, Franco Spena - leader del gruppo - e Agostino Tulumello),
tutti della provincia di Caltanissetta che da anni incentrano la loro
ricerca artistica sull’importanza del segno e della comunicazione
volgendo sempre la loro attenzione verso l’arte contemporanea
internazionale. Nello scorso 2010 l’evento “Percorsi incrociati”
è stato celebrato sostanzialmente presso la Fondazione La Verde
La Malfa di San Giovanni La Punta anche se poi è stato ospitato
anche presso la galleria Studio 71 di Palermo. Gli artisti di quell’edizione
furono Luciana Anelli, Tano Brancato, Rachele Fichera, Dolores Gardassanich,
Salvo Russo, Giuseppe Sciacca, Dina Viglianisi e Nicola Zappalà.
Un eccezionale gruppo di artisti di grande professionalità
e di notevolissima esperienza.
A distanza di tre anni dall’ultima edizione, quest’anno
la galleria Studio 71 di Palermo, apre le sue porte a “Percorsi
incrociati 6”.
Anna Barbagallo, Simona Franz, Jacò, Lucia Mignosa, Giovanna
Nicotra, Giuseppe Sciacca, Andrea Todaro sono gli artisti che incrociano
ancora una volta le loro carriere artistiche.
L’incisione si fa scultura, il disegno diviene dipinto. La materia
lascia spazio alla grafite, il colore all’inchiostro.
Donne modellate e scavate, miti antichi e moderni si compenetrano
dando vita ad una nuova razza. Silenzi e sfrontatezza, pause intime
e cariche di profondità psicologiche, visioni oniriche intrise
di tradizioni, caratterizzano questa mostra.
In un continuo scambio di visioni, gli artisti fanno interagire le
proprie creature in uno spazio reale dando vita ad un ambiente in
cui la presenza della fiaba, del mito modella l’atmosfera.
Nei quadri di Giovanna Nicotra, il cibo si fa latore di messaggi leggeri.
“Piume” che viaggiano nel tempo e nello spazio attraversano
palcoscenici irreali. Ironia e ambientazioni che hanno il sapore degli
ex voto, del teatro dei pupi, soggetti che hanno tutto il gusto di
una sicilianità concreta e “zuccherosa”, in cui
uova e colombe surreali volano leggere tra la storia dell’arte
e la tradizione popolare, caratterizzano i suoi lavori.
Di diverso tipo, ma anch’essi intrisi di storie millenarie lasciate
affiorare appena, sono i lavori di Simona Franz. Giardini delle esperidi
di zancanariana memoria, in cui fiori ed insetti sono preziose filigrane,
avvolgono eleganti madonne medievali e veneri primitive pronte ad
aprirsi alla vita e all’amore sensuale.
Di natura più guerriera sono invece le donne di Giuseppe Sciacca.
Custodi di isole lontane e misteriose e guardiane di attraversamenti
che si aprono su mondi inesplorati, esse sono raffigurazioni della
grande madre. Creature divine abbattute ma mai dome. Nelle sue opere
il silenzio e lo sguardo si focalizzano su una conchiglia, su un uovo,
assolute immagini di perfezione, scrigni di verità assolute.
Le stesse guardiane le ritroviamo nelle sculture di Lucia Mignosa
e di Anna Barbagallo, anche se cariche di humus differenti. Le donne
di Lucia Mignosa hanno in sé tutto lo spirito del nostro tempo.
Cariche di mollezza sensuale e sfrontatezza, esse attraversano la
nostra epoca senza più pudori, consce del loro potere femminino
generatore del mondo. I loro corpi sono possenti e la loro pelle vibrante
in una giusta combinazione tra Pomone e Salomè ammaliatrici.
Di tutt’altro tipo sono le donne di Anna Barbagallo. Esse appaiono
pudiche nei propri sentimenti e legate ad un’intimità
che parla di attese e silenzi; sono dee primordiali che ci traghettano
in culture ormai perse nel tempo. La materia è plasmata e “contratta”,
avvolta in spire terrose e bloccata, seccata nel suo processo di mutazione.
Gli occhi si fanno profondi mentre i pensieri vagano sempre più
lontano.
Di silenzi e attese parlano anche le matite di Andrea Todaro. Le sue
nature morte ci mostrano i frutti di una sicilianità non perfetta.
Le superfici sono tormentate, sotto uno strato di apparente calma
albergano inquietudini e mollezze. Piccole tracce del passaggio umano
animano queste composizioni, testimonianze mute del tempo che scorre.
Di genere completamente differente sono invece i quadri di Jacò
(Giacomo Platania). In lui il segno si fa latore di fermenti e riflessioni.
La superficie dell’opera accoglie cristalli dell’anima,
concrezioni del pensiero. Astrazione e figurazione coesistono in un
metalinguaggio accessibile a pochi. La sua è una pittura stratificata
attraversata da scintille di tempo, un universo ripiegato su se stesso
alla ricerca del suo centro.
Percorsi incrociati 6 è una mostra ricca di spunti e di contrasti
armoniosi in cui mondi ed esperienze artistiche differenti concorrono
alla stesura di un breve discorso sull’arte.
VINNY SCORSONE
Isola delle femmine 30 gennaio 2013