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GALLERIA D'ARTE
STUDIO 71 |
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cc
Provincia Regionale di Palermoccc |
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Trivalente |
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Ignazio Apolloni, Giusto
Sucato, Roberto Zito |
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CENTRO SOCIALE DI ISNELLO |
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Sabato 1° agosto presso il Centro
Sociale di Via V. Impellitteri a Isnello (Pa), verrà aperta al
pubblico la mostra dal titolo:
TRIVALENTE
La mostra presenta i libri oggetto di Ignazio Apolloni,
i pesci di Giusto Sucato e i disegni di Roberto Zito che hanno illustrato
il volume di Apolloni “Favole e bubbole” ed. Arianna 2008.
Presentazione in catalogo di Vinny Scorsone.
La mostra si concluderà il 15 agosto 2009 ed è visitabile
tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00
Storia di Tonio
del libro e della marmotta
C’era una volta, nel Paese di Terrabruciata,
un grande libro che viveva annoiato in una vecchia cantina abbandonata.
Nessuno lo aveva mai aperto: a nessuno interessava leggere. In quel
posto, infatti, tutti erano sempre stati impegnati a far altro e ora
nessuno vi transitava più neanche per sbaglio. Un giorno, però,
arrivò lì Tonio, un bambino di sei anni. Era scappato
di casa perché nessuno lo stava mai ad ascoltare. Aveva provato
tante volte a parlare con gli adulti ma quelli erano sempre troppo occupati
per prestare attenzione alle sue fantasie e ai suoi sogni.
Aveva girovagato tutta la mattina e ora era molto stanco. Fuori faceva
un gran caldo, così il bimbo aveva trovato proprio tra quelle
antiche mura il suo riparo dal sole.
Tonio curiosò, ficcò il naso dappertutto: dentro le botti
che ancora profumavano di vino; tra i silos; tra i macchinari per la
spremitura; negli uffici.
Girò e rigirò finché non vide su uno scaffale qualcosa.
Accostò ad esso una sedia e vi salì riuscendo in questo
modo ad afferrare l’oggetto della sua curiosità. Era un
librone polveroso con appeso alla copertina un batacchio. Tonio pensò:
“Se c’è questo coso forse devo bussare per aprirlo,
così come per la porta di casa mia”. Detto fatto, Tonio
cominciò a bussare e il libro trasalì: finalmente qualcuno
era giunto per destarlo dal suo sonno.
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Il bimbo sfogliò le pagine e istantaneamente venne
travolto dall’acqua del mare e da centinaia di pesci. Solo che erano
pesci molto strani. Uno, ad esempio, era, in realtà, un paio di
forbici; un altro alcuni coperchi di barattoli di latta; un altro ancora
dei pettinini da donna e poi ancora bottoni, pezzi di legno, lamiera.
Era come se il mare avesse ingurgitato tutta l’immondizia che gli
buttano dentro gli uomini e avesse creato una nuova specie. I poveri pesci
cominciarono subito a soffrire privi di acqua. Fu così che Tonio
prese un vecchio pannello azzurro del colore del mare che aveva trovato
addossato ad una parete lì vicino e ve li dispose uno ad uno. I
pesci si rianimarono e ripresero a nuotare ordinatamente come fossero
in un acquario.
Tonio guardò i pesci; pensò: “Ho fatto proprio un
bel lavoro” e ritornò a sfogliare il libro. |
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Giusto Sucato
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Ecco allora che alla pagina successiva gli apparve un gatto,
seguito da un cane e da una volpe, i quali però scomparvero in
fretta sotto lo sguardo stupito del bimbo.
A Tonio quel libro cominciava proprio a stare simpatico.
È dunque lì a sfogliare ancora le pagine quand’è
che viene nuovamente assalito da altri animali di vario genere. Tonio
cade a terra e rialzandosi si trova davanti una piccola marmotta che lo
guarda incuriosita: “Chi sei?” gli chiede l’animale.
“Io sono Tonio”, risponde senza stupirsi il bambino. “E
tu?” |
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Roberto Zito
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La marmotta si rizza in piedi e dice: “Io
sono il guardiano di questo libro e di tutti gli altri contenuti in esso”.
“Perché? Ci sono altri libri dentro questo?” domanda
Tonio incuriosito. “Certo!” risponde la marmotta. “Ci
sono e sono molto strani. C’è quello senza la lettera O e
quello senza la lettera A; oppure ci sono quelli scritti in una strana
lingua e quelli scritti in più lingue”. “E a cosa
servono?” “Servono a crescere e a capire”. “Capire
cosa?” chiese a questo punto Tonio. Ma la marmotta ormai si era
stufata di conversare. Era stata per troppo tempo zitta; il silenzio le
aveva tolto la voglia di parlare, dunque si limitò a guardarlo
e si rintanò tra le pagine del libro. |
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Ignazio Apolloni
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Tonio capì: il libro pure lui era stanco perciò
lo prese e cominciò a richiuderlo. Improvvisamente tornarono
indietro tutti i vari animali che vi erano usciti e con loro il gatto,
il cane, la volpe, tutti i pesci e l’acqua del mare; tutto tornò
dentro il libro.
Frattanto si era fatta sera e Tonio si accorse con meraviglia della
luna che brillava limpida nel cielo.
Il buio non gli era mai piaciuto. Passare la notte fuori di casa,
senza mamma e papà, non era certamente piacevole. Prese quindi
il libro e lo portò a casa con sé. Ora non importava
più se i grandi non avessero avuto voglia di ascoltarlo: lui
aveva trovato un amico ricco di storie fantastiche con il quale continuare
a sognare e a crescere.
Le opere di Ignazio Apolloni, Roberto Zito e Giusto
Sucato, esposte in questa mostra, hanno molto in comune: giocano con
la comunicazione, anzi si servono di essa per stimolare riflessioni
e pensieri profondi.
La scrittura e il segno grafico, si fanno latori di messaggi ora ironici
ora malinconici, ora poetici e ora giocosi.
Diversamente da quanto è avvenuto con le precedenti pubblicazioni,
i lavori che Zito ha realizzato per accompagnare il libro di Apolloni
(Favole e Bubbole – Edizioni Arianna, 2008) sono più
inquietanti rispetto alle favole dalle quali sono stati ispirati.
L’atmosfera leggera della fiaba è stata caricata di irrequietezze
e solitudini offrendo una chiave di lettura delle stesse più
intima se non suscitatrice di tormenti.
Di ben altro genere sono le opere di Giusto Sucato. I suoi pesci nuotano
nel mare delle coscienze, varcano le soglie di mondi fatti di simboli
evocati da formule magiche e scritture fantastiche.
I libri-oggetto di Apolloni invece sono porte verso la conoscenza
che si spalancano solo a chi avrà la voglia e la cultura per
comprenderli.
La mostra Trivalente sembra sposare appieno un celebre quadro di René
Magritte: Ceci n’est pas une pipe. Difatti, essa pare essere
tutto e il suo contrario. Un tuffo nell’enigmaticità
e nel mare del sapere popolato da libri che tali non sono, pesci che
non sono pesci, scritture che non sono scritture e favole che affondano
le radici nell’incertezza dell’hic et nunc.
Isola delle femmine, 24 luglio 2009
Vinny Scorsone
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