Parco dell’arte
Via S. Ten. Pietro Nicolosi n. 29 - 95037 Trappeto - San Giovanni La Punta (CT)
GALLERIA D'ARTE STUDIO 71

Casa della divina bellezza
Forza D'Agrò ME
       
 
Tanina Cuccia, Filli Cusenza, Giuseppe della Ventura, Giovanni Iudice, Franco Nocera, Enzo Patti, Salvatore Pizzo, Alfredo Rapetti, Giuseppina Riggi, Franco Spena, Giusto Sucato, Ilia Tufano

Tanina Cuccia

VISITARE LA PAROLA


Filli Cusenza

 

Dal 23 giugno al 21 luglio 2012

 
Galleria Amaracrista
Parco dell’arte
Via S. Ten. Pietro Nicolosi n. 29 - 95037 Trappeto - San Giovanni La Punta (CT)
 

Da sabato 23 giugno al 21 luglio 2012, presso la galleria Amaracrista a San Giovanni La Punta CT, sarà possibile visitare la mosta:

VISITARE LA PAROLA

a cura di Vinny Scorsone
Catalogo in galleria

La mostra è visitabile per appuntamento
Tel. 095 7178155 - 338 5078352
www.fondazionelaverdelamalfa.com laverde.elena@libero.it


Elena scriveva in fretta. Aveva paura di lasciarsi sfuggire le parole, di percepirne il dissolvimento qualora avesse impiegato troppo tempo a fissarle sul foglio, nel foglio. Elena guardava e capiva. L’inchiostro, come un virus, toccava la carta, ne diveniva parte inscindibile, si intrufolava tra le fibre porose e vi si attaccava. Il foglio, allora, imprigionava lettere e parole e le parole non potevano più scappare. Davanti ai suoi occhi anche quel giorno era iniziata una lotta, un amore tormentato fatto di catene e di vincoli vitali. Le parole si appropriavano del supporto e se ne alimentavano. Erano come spermatozoi alla ricerca del proprio ovulo da fecondare e l’inchiostro diveniva, in questo modo, il loro liquido seminale, il sensale di uno strano matrimonio tra immateriale e sensibile. Nello stesso momento il foglio da carceriere, si faceva culla, incubatrice, capsula del tempo che avrebbe permesso alle parole di perdurare negli anni e in questa lotta per la sopravvivenza lei rivedeva la sua vita.
Elena guardava la pagina su cui si distendevano i segni inchiostrati di una poesia interrotta.
Si era distratta, aveva inseguito altri pensieri e le parole erano andate via: chissà se le avrebbe più ritrovate per quel giorno? Aveva bisogno di una pausa.
Prese il suo bastone ed uscì in giardino.
Oltrepassò “Il cammino dell’uomo”, poi “C’era una volta”. “Le grandi forbici” la stavano aspettando. Elena salutò ogni sua creatura. Le installazioni del Parco dell’Arte erano silenziose. Quante volte aveva percorso quel viale. In galleria la sua “Amaracrista” le sembrò offesa, forse si sentiva sola anche lei.
Le parole l’avevano seguita fino a lì: non la lasciavano mai, ma si divertivano a nascondersi.
Aprì le porte della galleria. Le parole allora si liberarono dai suoi pensieri e si posarono sulle pareti.
I segni presero forma nota, divennero curve sinuose di un corpo, vibrazioni musicali, libro, frastuono, formula magica, totem, graffio, testimonianza, ponte tra un passato e un futuro lontani.
Elena sorrise. Si era fatto troppo tardi.
Chiuse tutto e si avviò verso casa. Le parole si attardarono: avevano ancora voglia di giocare, di trasformarsi un po’ prima di dissolversi.
Elena non si preoccupò, lasciò che si divertissero poiché sapeva che l’avrebbero raggiunta presto.
A casa l’attendeva una poesia da completare: le parole, quel giorno, avrebbero dovuto lavorare ancora prima di riposare. Elena si sedette e attese il loro arrivo.

Le parole sfuggono continuamente. Che siano concetti, nomi e quant’altro la diversificazione tra significante e significato è in questa sede quella che più ci interessa. In pittura, infatti, più che sulla parola (indagata approfonditamente sin dall’antichità da tanti filosofi, uno tra tutti Platone) è necessario concentrarsi sul suo significante cioè il suo aspetto visibile. Poiché, difatti, la parola è immateriale gli artisti, per esplorarla, devono necessariamente renderla visibile attraverso segni grafici.
La mostra “Visitare la parola” è in realtà un’indagine, più che sulle parole, sulla scrittura che le manifesta.
Tanina Cuccia, Filli Cusenza, Giuseppe della Ventura, Giovanni Iudice, Franco Nocera, Enzo Patti, Salvatore Pizzo, Alfredo Rapetti, Giuseppina Riggi, Franco Spena, Giusto Sucato, Ilia Tufano hanno realizzato delle opere in cui parole e scrittura stanno in equilibrio sul sottile filo del sentire umano. Ogni quadro rappresenta un modo differente di adoperare ed interpretare parole e segno.
Per Alfredo Rapetti la parola è suono. I suoi quadri sembrano equalizzatori grafici che ripetono all’infinito la stessa sequenza timbrica. Spartiti solcati da un’accavallarsi di note e pause, in essi la vibrazione riempie ogni spazio trasportando lo spettatore nella tradizione orale quando le parole non erano scritte ma tutto si tramandava attraverso i cunti e le canzoni.
Del tutto differente è il modo di utilizzare le parole e la scrittura in Franco Spena. Nei suoi dipinti le lettere si sovrappongono, si inseguono dando origine a cascate sonore figlie della cultura contemporanea. Consumismo verbale e cultura consumistica si compenetrano divenendo un’unica cosa.
Di carattere sacro sono invece le opere di Tanina Cuccia e Filli Cusenza. Nella prima il rimando ad una cultura ortodossa, rappresentato da immagini “affioranti” da un passato secolare, è caratterizzato dall’utilizzo di caratteri intellegibili. La scrittura è al servizio dell’immagine e al contempo le dà nuova linfa vitale. Nella seconda, invece, i segni grafici hanno il valore di alfabeti millenari, antiche scritture mediterranee perse nel tempo, legame tra un cielo e una terra ormai lontani di cui non ci sentiamo più parte. Una “Stele di Rosetta” cosmica fatta di segni ormai silenziosi.
Di carattere simile sono le opere di Giuseppe della Ventura. I suoi sono totem preziosi in cui la sacralità dell’oro impreziosisce scritture antiche, geroglifici familiari. Il fenicio convive con l’ebraico, l’arabo con l’italiano. Le sue steli bidimensionali accolgono sequenze numeriche si accompagnano a messaggi scritti per attraversare i secoli.
Di carattere differente è il lavoro di Giuseppina Riggi. Le sue sono le parole non dette, le frasi di un corpo in continua tensione, fatto di slanci appassionati e curve sinuose. Il suo è un alfabeto sensibile, forma grafica di un linguaggio segreto desideroso di essere decriptato.
Riflessioni, frasi, il segno grafico in Franco Nocera ritorna ad avere un significato, ad assumere il senso di parola. La poesia è un elemento molto importante nella produzione di questo artista. Il quadro riflette lo stato d’animo delle parole in una sinergia di emozioni che concorrono a scuotere e pensare.
Parola come meditazione per Giovanni Iudice. I suoi personaggi vivono di inquietudini. La contemporaneità è il quotidiano e questo è carico di universalità. L’uomo con i suoi drammi attraversa spazi fisici e mentali. Una finestra aperta sul nostro mondo carico di contraddizioni e illusioni.
Parola scardinata e sezionata, invece, per Salvatore Pizzo. La sua scrittura è sospesa, ricomposta come un collage; anche le sue immagini sono sospese, disgregate. Lunghe pause di silenzio attraversano le sue opere. Icone patinate divengono altro, si fanno portatrici di messaggi nuovi e riflessioni profonde.
Con Ilia Tufano la parola si riappropria del suo spazio. I suoi sono libri d’artista. Ogni opera è significante e significato al tempo stesso. La semiotica è la base su cui poggia l’intero suo lavoro.
Ora lievi ora graffianti, i segni si muovono sulla superficie “contaminandola” e donandole nuova linfa vitale.
Visione differente è quella di Enzo Patti. I suoi sono libri oggetto in cui convivono pittura e scrittura. Parole lievi fluttuano nell’aria divenendo immagine. Da sempre compagna della sua vita, la scrittura segue ogni variazione di pensiero, ogni piega dell’anima e volge la pittura al suo servizio.
Altro tipo di libro è quello di Giusto Sucato. Nei suoi lavori, testi antichi si mescolano a nuove scritture arabeggianti. Le sue sembrano formule magiche con le quali accedere a portali temporali. Pagine aperte, castoni cartacei di memorie passate.
“Visitare la parola” è una mostra dai molteplici sguardi. Ogni sguardo un senso ed ogni senso un significato simile ma profondamente differente.

Isola delle femmine, 14 giugno 2012
Vinny Scorsone

 


Giuseppe Della Ventura

Giovanni Iudice

 


Franco Nocera

Enzo Patti

 


Salvatore Pizzo

Alfredo Rapetti

 


Giuseppina Riggi

Franco Spena

 


Giusto Sucato

 


Ilia Tufano
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