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Ignazio Apolloni
v

Niusia

Ed. Antigruppo, Palermo, 1976
pp. 182

Il libro contiene una prefazione di
Francesco Carbone
Quarta di copertina di Nicolò D'Alessandro
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Ed. Arianna, Geraci Siculo, 2012
pp. 256
Il libro contiene una introduzione di V. S. Gaudio e degli scritti di: Domenico Cara e Carmen De Stasio.
Opere di Roberto Zito

 

 

RECENSIONI E INTERVENTI

Domenico Cara

Vincenzo Gaudio

 
 

 

Niusia se ne doleva, e non per la birra che non beveva né calda né fresca ma per le maioliche che di plastica non poteva digerire e sempre mi diceva di quelle vere del suo paese con cristalli di Boemia per bicchieri, cristallerie e chincaglierie di pregio e di fattura parte artigianale e parte a mano che poi fu esposta nel salone pro cultura a New York e ne vendettero un mucchio alto così ed anche più alto di così epperò per un valore arcinoto come fu riportato sul bollettino delle partite in transito per i moli ed i noli passeggeri, cioè di passaggio.
Anche in quel caso ci fu un incontro al vertice e tutti non finivano di mostrarsi soddisfatti. C'era un dentista pure lui e li guardava in bocca e si compiaceva per l'opera altamente significativa e degna di riguardo. Anche Niusia quella sera era lieta e fragrante rumorosa ed io me n'accorgevo che l'avevo accompagnata, lei mi presentava come il suo boy friend e lo faceva capire a tutti che era particolarmente felice di quella combinazione tra il mistico e l'acrostico e nulla di più, almeno per il momentoperchè poi uscimmo e nella strada fredda per l'inverno e per la neve che si era schiantata per terra ci colsero i brividi e imbracati nei cappucci e mantelli percorremmo il chilometro e più per andare a prendere l'interstante metropolitana che scalava fiumi ponti e montarozzi e ci riconduceva a casa, vuoi la mia, vuoi la sua, chi se lo ricorda quella sera che fu funesta peraltro per la morte prematura di un bimbo non ancora nato e per l'aumento delle tariffe aeree da e per l'Europa che così mi ritardavano l'architettato progetto di ritorno tra le montagne romite e solitarie del villaggio svizzero dove pensavo di svernare tra stambecchi e daini. Poiché il progetto rimase ineseguito non né parlai a nessuno, feci finta di niente e mi calai nel più nero mutismo per tanti mesi durante i quali accaddero le cose che adesso comincio a dire senza un ordine preciso che nessuno aveva dato e che comunque non avrei rispettato tanto svagato e fumoso ero io allora. il primo ordine che fu dato fu quello di abbandonare la nave che intanto avevo preso perché, come ho detto, i prezzi degli aerei erano diventati proibitivi tanto che per fare viaggi ormai si costituivano società per azioni e di mutuo soccorso per cui uno chiedeva soccorso e siccome la cosa si era legalizzata ed era ben vista su in alto come opera di autofilantropia si decise che se il soccorso non veniva prestato a tasso agevolato e animalucci più pingui ma di casa si era passibili di pena: ed infatti... (I. Apolloni)


 
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