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Siberia
narra di una ragazza di nome Ella, figlia di un medico con ascendenze
ebraiche convertitosi alla religione cristiana e dedito a salvare dall’estinzione
una tribù di indiani americani (i Chippewa). La figlia invece,
innamoratasi del suo professore di matematica ne sposa numeri e logica.
Avrà una serie di relazioni amorose con ragazzi e compagni di
classe finché al colmo del senso di vuoto di una vita spesa all’ombra
di questo o di quello si rifugia a casa di un’amica di liceo,
architetto e sposa di uno scienziato musulmano della Columbia University.
Finisce con l’avere più di un flirt con l’amica ma
è tentata di averne uno, senza successo, con Nadir detto il Montezuma.
Vincerà una borsa di studio, si trasferirà da Long Island
a Stamford nel Connecticut per insegnarvi matematica. Sarà raggiunta
dal padre con il quale inizierà un dialogo sui massimi sistemi
all’esito del quale – conosciuto un certo Lord Byron irlandese,
astrofisico in quella università – deciderà di versarsi
in tale campo di studi rifiutando il creazionismo e approdando quindi
all’evoluzionismo.
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