Ignazio Apolloni

 

 

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VIRA FABRA


Il 10 maggio 2011 fu creata per atto notarile la

Fondazione e casa museo

Apolloni-Fabra
INTERGRUPPO-SINGLOSSIE

con sede in Palermo Via Trinacria n. 52

Purtroppo oggi non è più attiva.

Questi erano gli intenti del suo creatore


Si dà inizio all’opera di riflessione, prodromica a quella più intensa attraverso convegni e gruppi di studio, ripubblicando

ESTETICA, POETICA E POLITICA
DI UNA SCRITTURA COSMICA

apparso su “Cartesio un filosofo da amare”, pagg. 319-321 a firma Vira Fabra, testo datato 21.04.1977.

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La proposta M. è un MOTO parziale. SUB-TOTALE, come la resistenza, il gruppo 63 e il maggio francese.
La battaglia del Mezzogiorno deve essere condotta contro il Mezzogiorno, cioè contro un simbolo che si autoriproduce anziché distruggersi.
Il Mezzogiorno non è un preistorico abitacolo di pecore e contadini sgozzati; ossia di membra agonizzanti o di reperti EUCOLOGICI. Il Mezzogiorno è ormai un autentico fulcro di energie vitali capaci di esautorare poteri lungamente avallati da silenzi a-post-olici o da rime di ex cantori provenzali che avrebbero tradotto in lamento da rito funebre islamico voci e temi carpiti da necrofori qualificati, studiosi di fenomeni sismici, docenti di METAMAFIA.
Precisa M.: “ogni scrittura è politica”. D’Accordo, ma la politica è arte, astuzia, attività, comportamento, fine, ragionamento, teoria, utilità.
Se dicessi che siamo lontani dal tradurre la scrittura in vuoto d’origine per usarla quale vaso dilatatore dello spazio, avanzerei una timida proposta contestando il destino di Erebo.
La scrittura è atto, documento, modo, registrazione, testo, CONTRATTO. Dunque, c’è qualcosa da togliere e qualcosa da aggiungere perché ogni scrittura sia veramente politica.
Questo si può ottenere soltanto con il deromantico “impeto e tempesta” che ritengo peculiarità degli “inter”, specimen terminelliano. E si deve fare con estetica-poetica-politica AGONISTICA affinché la scrittura non rimanga azione riflessa, sterile astronave vagante nei piani dissociati della propria coscienza.
In AMERICA l’arte orienta motivi religiosi. La cinematografia realizza, invece, i temi e il fragore della GUERRA.
Autocriticismo, avamposto, borghesia, compagno e classe (a scuola, nei treni, negli ospedali, negli alberghi, dappertutto), contestazione, contraddizione divenire, disoccupazione, emigrazione, estremismo, eversione, formalismo, frontiera, ideologia, informazione, isola, lotta, marxismo, merce, mercificazione, neorealismo, palazzo, partitocrazia, pianura, pluralismo, plusvalore, progettazione, provocazione, rigore, rivolta, rivoluzione, sperimentazione, teoria (pare che passaporto e porto d’armi non siano necessari per la caccia alle parole devitalizzate su tutti i fronti) sono sostegni verticali, logori, sbiaditi che non veicolano più referenza. Sono i vocaboli “del ritardo”, la freccia al mittente.
Ancora una protesta con timida proposta, se non voglio affermare che la classe degli oggetti e quella delle idee (la poetica di Pascoli e M.) non potranno negarsi alle leggi di mercato.
L’unico prodotto artigianale desiderabile sarà, certo, una parrucca; ma non potremo ereditarla con lo “scribere” del fare, se non dopo la conquista e la ricostruzione dei capelli di SANSONE.
Scrivere si deve. Per migliorare (ottimare?) la qualità del reale, sia pure con i poteri minimi delle quantità minori. Scrivere per abbattere e non per trasformare le categorie della sopraffazione, scrivere per i vecchi che bruciano orpelli, scrivere per i giovani che tracciano strade, scrivere per insegnanti, accademici, critici, politici capaci di cancellare in classe, e/o di abolire nella vita unità di misure (Dante e Tasso, Pavese e Vittorini), coordinate cartesiane (maggiori e minori: Marzorati vol. I e vol. II), strumenti di navigazione (strutture, convegni, convogli, ecc.) con aghi truccati, cioè inevitabilmente diretti a NORD.
Giacché la condizione isolana è “l’imposta” applicata oggi all’intera umanità, il MEZZOGIORNO potrà contestare il proprio isolamento annullandosi. Negandosi come entità, vuoto, ragione-dizione di un cifrario liturgico antinomico e distinto.
L’intervento è un mezzo da usare per programmare un inizio all’assedio di realtà impossibili, che facciano operare e memorizzare, per fare fare, e fare bene ricordare che FARE la tela, e non una TELA, destinò Penelope.
Impraticabile sarà il percorso della lotta alle idee se precisi obiettivi non esigeranno maggiore chiarezza su alcuni problemi (in classe e di classe, in fabbrica ecc. ecc., minimi infantilmente differiti) in piedi, o sepolti dal gelo nello spazio di tutti, come:
- aggiornamento professionale, tecnico, relazionale, ovvero della politica di Attila;
- architettura omogeneizzata, immobile, ovvero del mobile non collocabile;
- biopatia del tempo libero e del basso turismo, ovvero dei cani randagi;
- codici di interpretazione e testi massimi, ovvero peso e caratura dell’ermetismo semiologico che non contaminò Ferruccio Rossi Landi;
- cooperativa multipla della sfiducia, ovvero della sicurezza collettiva;
- critica storica e delitti incrociati, ovvero atti e valori dell’umorismo nero;
- cultura incolta o sciupata, ovvero non raccolta nelle serre di alcuni circoli eterotrofi;
- di una possibile autonomia e/o eteronomia dell’arte dopo la musa di Luciano Anceschi, ovvero di un territorio per crateri spenti;
- doxa dell’emergenza o dell’orgonomia, ovvero dell’anestesia totale;
- dove ancora vivono l’arte e la scrittura, ovvero dove non si cadde in letargo per l’oscura concettualità dei “semi”;
- dizionari retrattili, ovvero dell’urbanistica regolatrice;
- droga e/o violenza, ovvero dell’attivo e passivo aziendale;
- eutanasia del testo o della tradizione sublime, ovvero riflessioni circa la mancata imbalsamazione di motti, proverbi, leggende, frizzi e lazzi;
- filosofia dell’umorismo, filosofia del nichilismo, filosofia dell’impotenza, ecc., ovvero del diritto di voto o del petrolio scomparso;
- filosofia dello sport correttivo, educativo, istintuale, ovvero dell’aggressività dislocata, indotta, canalizzata;
- incremento demografico, sterilizzazione e leve di riscatto dove la donna non possiede e non si possiede, ovvero PER LA CINA CON AMORE;
- informazione chiusa, ovvero della linea spezzata agli utenti morosi;
- la legge di tutti nel volo dei lepidotteri, ovvero del diritto di autore;
- liberazione della donna nei canti omerici, ovvero del futuro cavallo di Troia;
- l’editoria stabile, ovvero del circolo massimo per acrobati, ex gladiatori o pugili dimissionari;
- linea aerostatica dirigenziale e tangente giornalistica, ovvero del piano verde per la produzione di piselli;
- politica esigua, obliqua e obliterata, ovvero eziologia dei tumori maligni;
- scienze assimilabili, praticabili, dilatabili, ovvero curva dell’errore;
- strutture repressive e liberazione artistica di cavie, ovvero della violenza carnale;
- scuole professionali per bravi ragazzi, ovvero recupero crediti e terribili confusioni;
- teatro e letteratura nella profezia di Arnaldo Picchi;
- tecniche della citazione rafforzativa, conclusiva, dimostrativa, possessiva, comparativa, ovvero degli elementi semplici e dei composti corrosivi usati nei laboratori culturali;
- università privata delle privazioni, priva di versi, ovvero NON ORIENTATA;
- verso l’abilitazione alla guerra artistica, lettera/ria, scientifica, cinematografica, teatrale per la conquista del telaio d’oro, ovvero della NON TELA che sottrasse il Mezzogiorno al Mezzogiorno per il suo intervento decisivo nella guerra contro i mezzi dimezzati;
- verso la mobilitazione di interventi su interventi, per rivisitare vocabolari e testi, per disgregare strutture tribali o del terrore;
- verso l’annullamento di se stessi per uscire dal nulla, per ex-sistere.


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